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Gualtieri vuole fare in fretta, ma lo Stadio a Pietralata rischia lo stop per gli scavi archeologici

Perché il piano di scavi archeologici sta mettendo a serio rischio lo Stadio della Roma a Pietralata: i tempi per la presentazione del progetto definitivo dell’impianto di Pietralata rischiano di dilatarsi a dismisura a causa di problemi relativi alle indagini richieste dalla Soprintendenza.
A cura di Enrico Tata
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In rosso, verde e giallo le aree dove dovrebbero essere realizzati gli studi archeologici
In rosso, verde e giallo le aree dove dovrebbero essere realizzati gli studi archeologici

Sullo Stadio della Roma a Pietralata bisogna fare in fretta. È uno dei dossier più importanti per la giunta guidata da Roberto Gualtieri insieme al Termovalorizzatore di Santa Palomba e al Giubileo. E così il sindaco ha chiesto al suo gabinetto, a tutti gli assessori di competenza e agli uffici tecnici di trovare una soluzione per accelerare i tempi e permettere alla Roma, finalmente, di presentare il progetto definitivo. La speranza è quella di inaugurare lo stadio nel 2027, anno del centenario della società giallorossa, ma l'obiettivo rischia seriamente di sfumare.

Il progetto si sta arenando in particolare sulla questione degli scavi archeologici. Come abbiamo scritto, la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha messo in evidenza il fatto che nell'area ci sono resti archeologici noti e rilevanti di età romana e per questo la posizione dello stadio deve essere modificata. Ma c'è di più: il problema più importante, infatti, è legato a quello che potrebbe essere ancora nascosto sottoterra.

Il pasticcio sugli scavi archeologici che sta bloccando lo stadio della Roma

Cosa c'è nel sottosuolo dell'area su cui dovrebbe sorgere il nuovo impianto sportivo? Per saperlo, devono essere effettuate importanti indagini archeologiche, con scavi, trincee e carotaggi. Alla Soprintendenza il Comune di Roma e l'As Roma hanno chiesto di suddividere gli scavi in due fasi: la Fase 1, propedeutica alla presentazione del progetto definitivo da parte dell'As Roma e relativa ad aree a libero accesso, e la Fase 2, da effettuare soltanto dopo la presentazione del progetto in aree non ancora, per un motivo o per un altro, a disposizione di Roma Capitale.

La Soprintendenza, però, ha risposto che "potrà esprimere il suo parere sul progetto del fabbricato solo a seguito del completamento delle trincee di scavo previste nel piano di indagini approvato". Tradotto: le indagini possono anche essere suddivise in due fasi, ma per avere il via libera definitivo il piano di scavi deve essere completato in toto.

La questione è molto delicata perché ad oggi il Comune di Roma non ha ancora completato la procedura per rientrare in possesso di tutti i terreni che interessano il progetto dello stadio. In altre parole: il Campidoglio non ha accesso ad alcune zone dell'area di Pietralata: ci sono infatti case, terreni in possesso delle stesse persone che vivono in quelle abitazioni e un esercizio commerciale. Insomma, in quelle zone non è possibile, per ora effettuare i sondaggi archeologici necessari per la presentazione del progetto.

Il caso dello sfasciacarrozze di via degli Aromi

L'episodio accaduto la scorsa settimana in via degli Aromi 50 è solo un esempio, ma è sintomo dell'intenzione dell'amministrazione capitolina di provare a stringere i tempi in tutti i modi. In quell'area c'è uno sfascia carrozze, un'azienda che possiede una regolare licenza ed è detentrice di quei terreni. Lì sono previsti tre sondaggi geognostici con carotaggi e otto sondaggi ambientali, cioè piccoli scavi per verificare la tipologia e la qualità del terreno.

Il blitz di mercoledì scorso allo sfascia carrozze
Il blitz di mercoledì scorso allo sfascia carrozze
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Dopo la riunione in Campidoglio, come racconta il Coordinamento Sì al parco No allo stadio, mercoledì scorso si sono presentati ai cancelli dell'attività commerciale il comandante dei vigili urbani De Sclavis, gli uomini della polizia giudiziaria, i tecnici che avrebbero dovuto effettuare i carotaggi, membri del gabinetto del sindaco Gualtieri e gli addetti degli uffici del Campidoglio.

Con loro, avevano un documento che decreta la sospensione d'ufficio della scia commerciale dell'attività a causa di due presunti abusi, in pratica due tettoie realizzate nel 2022. Spiega ancora il Coordinamento Sì al parco No allo stadio"La tempistica è sospetta: gli abusi sono stati compiuti, secondo il Campidoglio, nel 2022, ma la decisione di sospendere la scia è arrivata soltanto ora. Subito dopo la riunione con il sindaco in Campidoglio, arriva questa lettera di sospensione. Mercoledì volevano buttare giù il cancello dello sfasciacarrozze, ma in realtà non erano in possesso del documento per poterlo fare. Il giorno dopo sono ritornati e i vigili hanno chiesto al titolare dell'attività di firmare un verbale con cui si autorizzava l'accesso al terreno. Di fatto quest'ultimo non ha autorizzato l'accesso e non ha controfirmato il verbale. Quel giorno è stato effettuato uno solo scavo geologico sui tre previsti dal piano della Roma". 

In sintesi: la Roma potrà presentare il progetto definitivo sullo stadio soltanto al termine delle indagini archeologiche nell'area di Pietralata, che però, come abbiamo visto, attualmente non è del tutto in possesso del Comune di Roma. E così il Campidoglio sta facendo di tutto per concludere gli scavi nel più breve tempo possibile

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