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“Gridavano ‘famoje male’ e ci hanno preso a cinghiate”, fra loro il figliastro di Giuliano Castellino

“Prima una bottigliata, poi le cinghiate sullo stomaco: volevano ucciderci senza un perché”, questo il racconto di una delle persone aggredite.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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Lo ha raccontato in aula una delle vittime dell'aggressione subita nell'agosto del 2021 fra piazza del Fico e piazza Navona, in pieno centro. "Non me lo dimenticherò mai. Dicevano famoje male, uccidiamoli. Senza un perché". Le vittime, cinque ragazzi fra i 18 e i 21 anni. Fra gli aggressori, almeno sei, ci sarebbe stato anche il figlio della compagna di Giuliano Castellino, ex leader di Forza Nuova, Fabio Corradetti, oggi a processo, com riportato da il Corriere della Sera.

Gli aggressori

Secondo le testimonianze, sarebbero almeno sei gli aggressori, anche se per ora la Procura ha individuato solo tre persone. Oltre a Corradetti, ventiduenne già condannato in appello a sei anni per l’assalto alla Cgil dell’ottobre del 2021, anche Lorenzo Bernabei, ventitreenne vicino alle fasce di estrema destra e Federico Arciulo, ventiduenne, anche se il legale di quest'ultimo rivela che ci sarebbero dubbi sull'identificazione del suo assistito.

I reati contestati sono quelli di omicidio, lesioni e rissa. "Hanno lanciato una bottiglia e ci hanno sfiorato – hanno raccontato – Poi hanno preso a cinghiate uno di noi: gli hanno sferrato tre colpi allo stomaco, due lo hanno colpito. È salvo per miracolo".

L'inizio dell'aggressione

Erano circa le due e mezza di notte del 21 agosto 2021. "Stavamo parlando quando abbiamo sentito urlare. Io piscio dove caz*o mi pare, ha detto una voce. Non siamo neanche riusciti a girarci, che ci hanno iniziato a lanciare le bottiglie". Secondo quanto ricorda uno dei ragazzi presi di mira, sarebbero almeno sei o sette gli aggressori: "Prima il lancio delle bottiglie, poi si sono scagliati contro uno di noi: il suo viso era una maschera di sangue. Erano bestie, volevano ucciderci. Abbiamo iniziato a correre. Dietro di noi le loro voci che si incitavano. Poi le cinghiate".

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