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Green Pass senza vaccino, Pippo Franco e il suo medico rischiano processo per falso

Pippo Franco, suo figlio e la moglie rischiano il processo per falso per aver presentato un Green Pass senza aver ricevuto il vaccino: al centro delle indagini, il medico.
A cura di Beatrice Tominic
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Alessandro Aveni, medico di Pippo Franco.
Alessandro Aveni, medico di Pippo Franco.

Aveva presentato un falso certificato per ottenere il Green Pass senza gli venisse somministrato il vaccino anticovid. Per questa ragione il noto attore e conduttore Pippo Franco, con lui anche il figlio Gabriele e la moglie Maria Piera, rischiano di essere processati per falso. Questo è quanto emerso al termine dell'inchiesta sui certificati verdi che ha coinvolto 28 persone, tutte rinviate a giudizio, primo fra tutti il medico di base Natale Cirino Aveni, accusato di falso in atto pubblico.

Il medico di Pippo Franco a processo

Secondo quanto raccolto dai pm, sarebbe stato proprio il medico di base Cirino Aveni a realizzare i certificati covid fittizi.Con lui indagati anche 13 dei pazienti seguiti, almeno inizialmente. Arrestato nel 2022, Aveni è finito ai domiciliari dopo i controlli effettuati dai carabinieri dei Nas che hanno scoperto dei divari fra le dosi di vaccino somministrate e quelle ricevute realmente. Il medico, infatti, aveva ricevuto 20 fiale di vaccino, cioè circa 120 dosi, ma aveva dichiarato di averne somministrate 156.

Uscito dai domiciliari un mese dopo, senza la possibilità di poter esercitare la professione, il medico si è difeso dicendo che la colpa delle discrepanze sarebbero state da ricondurre al lavoro degli hacker, che nell'agosto del 2o21 hanno attaccato il sito della sanità del Lazio con il blocco del portale per prenotare i vaccini.

I pm: "False certificazioni"

Come riportato da la Repubblica, secondo i pubblici ministeri il medico avrebbe disposto certificazioni false inserendo nel portale dati falsi affinché potesse essere rilasciato il Green Pass. Per tutti gli indagati l'accusa è di falso in atto pubblico. Soltanto il prossimo 3 febbraio il giudice delle indagini preliminari deciderà se inviarli a processo o meno.

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