Gogna pubblica con foto e nomi di chi ha ucciso la capretta, ora gli animalisti rischiano la denuncia
Gogna pubblica con tanto di foto, nome e cognome dei ragazzi accusati di aver ucciso una capretta nell'agriturismo Sant'Isidoro di Anagni e una didascalia che non lascia spazio a interpretazioni: "Sono l'assassino della capretta, ovvero un infame!". Adesso anche gli animalisti che hanno organizzato un sit in di protesta rischiano una denuncia. Dopo aver partecipato ad una manifestazione ad Anagni, alcuni di loro si sono spostati a Fiuggi, senza autorizzazione, si sono diretti verso casa di uno dei giovani indagati e sono stati aggrediti da alcuni cittadini.
Enrico Rizzi, attivista per i Diritti degli Animali e organizzatore del sit in, ha ribadito al megafono che secondo lui "i responsabili meritano la gogna pubblica. Tutti devono sapere chi ha ucciso la capretta. Li ho invitati a venire in piazza ma non ci sono. Il problema sono le leggi italiane in quanto altro che due anni di carcere, la verità è che non rischiano nulla perché anche se venissero condannati in carcere non ci andrebbero".
Secondo il legale del ragazzo sospettato dell'uccisione della capretta, "non si può mettere alla gogna un minorenne, in una pubblica piazza. Tutti i manifestanti gridavano alla galera, ma nessuno ha pronunciato la parola rieducazione. Tra l'altro l'attivista Enrico Rizzi ha sfidato le famiglie dei ragazzi a denunciarlo per poter esporre le sue ragioni. Ebbene, sarà accontentato. Nelle sue frasi ci sono frasi estremamente diffamanti che lasciano senza parole. Ne riferirò alla magistratura. Presenteremo denuncia per diffamazione"
Su Facebook Rizzi spiega ancora: "Bloccato dentro il Commissariato a Fiuggi, città dove vivono i giovani che hanno ucciso l'animale, con decine di persone inferocite contro me davanti i cancelli della Polizia. Non vi dico gli insulti e le minacce. Dovrò uscire dal paese scortato.Ringrazio sentitamente il Commissariato per come sta gestendo la situazione dell’ordine pubblico a tutela della mia incolumità e degli altri attivisti che sono al mio fianco".
Secondo l'attivista, i partecipanti al sit in sono stati "aggrediti e poi portati via dalla polizia perché la piazza non era autorizzata. Il procedimento penale è giusto ma quello amministrativo con il foglio di via è eccessivo. Tra noi c’era anche una signora di 75 anni, che non ha mai commesso un reato in vita sua. Veniamo paragonati a soggetti potenzialmente pericolosi ma non abbiamo fatto nulla di male. Invece quei giovani sono assassini, figli di politici e poliziotti".
Intanto, le indagini su quanto avvenuto all'agriturismo al termine di un compleanno di 18 anni proseguono e nelle scorse ore è salito a dodici il numero dei ragazzi indagati dagli inquirenti.