Gli tolgono i cani e tenta di uccidersi, i carabinieri: “Lo abbiamo salvato parlando dei nostri cuccioli”

"Ci siamo trovati di fronte ad un'urgenza. Abbiamo avuto paura, ma la nostra concentrazione era fissa sull'uomo: dovevamo salvarlo – spiegano i carabinieri che hanno messo in salvo l'uomo che nel pomeriggio di ieri ha tentato di togliersi la vita a pochi passi dal Colosseo – Tutte le situazioni che affrontiamo sono diverse e occorre agire davvero in millesimi di secondi: basta pochissimo per cambiare l'esito di un'operazione". Così esordiscono, intervistati da Fanpage.it i tre carabinieri che sono intervenuti in via degli Annibaldi. "Ci ha detto che gli mancavano i suoi cani, che non erano più con lui. Noi gli abbiamo parlato dei nostri. E lo abbiamo salvato", come mostrano le immagini riprese da una bodycam che ha ripreso i momenti finali dell'operazione, nel video in alto.
Si tratta del carabiniere scelto Claudio Iavarone, del Vice Brigadiere Umberto Tubito e del Brigadiere Flauto Bottani, tutti effettivi al Nucleo Radiomobile Carabinieri di Roma.
Tenta il suicidio al Colosseo, l'intervento dei carabinieri
"Non appena arrivati abbiamo capito che si trattava di una situazione di massima urgenza – esordisce il carabiniere scelto Claudio Iavarone – Abbiamo visto l'uomo arrampicato sul muretto a strapiombo su via degli Annibaldi. Aveva legato al palo del lampione una corda, si era procurato un cappio che aveva legato al collo e minacciava di gettarsi nel vuoto per vari problemi familiari. Il primo passo è stato quello di instaurare immediatamente un rapporto amichevole con lui, di fiducia. Soltanto in questo modo ci è stato possibile, a poco a poco, avvicinarsi sempre di più".

Lo scopo, naturalmente, era quello di convincerlo a desistere dal compiere un gesto simile e, in caso di necessità, intervenire fisicamente per portarlo in salvo.
"Quando abbiamo iniziato a parlare con lui, però – ricorda Vice Brigadiere Umberto Tubito – Abbiamo notato che con la mano si stava mettendo in bocca un oggetto metallico, dopo abbiamo appurato che si trattava di una lametta", precisa. "Questo complicava ancora di più la nostra operazione per metterlo in salvo, perché nell'agitazione avrebbe potuto ingerire questa lametta e quindi abbiamo dovuto procedere con più cautela possibile – continua – Così abbiamo atteso un attimo di distrazione, ha perso un po' di forza e l'abbiamo bloccato. Abbiamo tagliato la fune con cui si era creato il cappio, gli abbiamo fatto gettare a terra la lametta".

Si è trattato di un lavoro di squadra: "C'è chi l'ha abbracciato stretto per assicurarsi che restasse nella nostra direzione e non cadesse nel vuoto, con una manovra pensata ad hoc per la sua sicurezza – sottolinea il Brigadiere Flauto Bottani – E chi era pronto a prenderlo una volta portato giù dal muretto: se fosse caduto sarebbe stato davvero molto difficile salvarlo. Invece siamo riusciti a portarlo sull'asfalto e a metterlo in sicurezza. Poi l'abbiamo affidato al personale sanitario".

Carabinieri portano in salvo uomo che tenta il suicidio: come hanno fatto
Come hanno fatto sapere, fra le mani aveva un biglietto scritto in lingua romena. "Ma lui comprendeva l'italiano – continuano ancora – Quando gli abbiamo parlato alternava alcune parole romene ad altre italiane. Abbiamo capito che la scelta di compiere il tragico gesto derivava da questioni familiari, sembra che gli avessero tolto dei cani a cui era molto affezionato. Gli abbiamo detto che non poteva risolversi così, il suicidio non è mai una soluzione. Che anche noi avevamo degli animali a cui siamo molto affezionati. E che avremmo fatto in modo di permettergli di riabbracciare di nuovo i suoi".
Nell'azione c'è stato un grande lavoro di squadra che ha permesso di agire velocemente, ognuno al proprio posto. "Tutte le situazioni che affrontiamo sono diverse, bastano millesimi di secondi per decretare l'esito della vicenda. Dobbiamo agire velocemente – continuano – Sicuramente in circostanze così delicate capita di avere paura, ma restiamo focalizzati sul salvataggio della persona. Abbiamo paura per lei. Magari ci possono essere anche delle conseguenze su di noi, può capitare, ma non è una nostra priorità. Il nostro dovere è un altro: pensare ad aiutare chi ci troviamo di fronte", concludono poi.

"La vigilanza ininterrotta e la prontezza operativa caratterizzano l'impiego delle pattuglie, che costituiscono uno strumento di pronto intervento a tutela della sicurezza dei cittadini – ricordano Nucleo Radiomobile dei Carabinieri attivo, con tutte le sue stazioni, 24 ore su 24 – Le pattuglie dei Nuclei Radiomobili, su autovetture veloci o motociclette, sono coordinate sul territorio dalle Centrali Operative: attraverso il 112, numero unico di emergenza europea, forniscono risposta alle richieste di soccorso. I militari che vi sono impiegati sono professionisti addestrati a fare fronte a qualsiasi necessità". Proprio come hanno dimostrato il carabiniere scelto Claudio Iavarone, il Vice Brigadiere Umberto Tubito e il Brigadiere Flauto Bottani.