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Hacker chiedono riscatto all’ospedale San Giovanni dopo l’attacco: indagine per tentata estorsione

Server bloccati, sito inaccessibile, sistema informatico in tilt. L’ospedale San Giovanni Addolorata è ancora in seria difficoltà dopo l’attacco hacker, mentre la Procura di Roma apre l’inchiesta. Nel fascicolo l’ipotesi di accesso abusivo e tentata estorsione. La Polizia Postale indaga sulle mail con le richieste di riscatto.
A cura di Luca Ferrero
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Mentre l'ospedale San Giovanni Addolorata continua ad arrancare sulla strada del ritorno ad una semi-normalità, a piazzale Clodio viene aperto un fascicolo. Al centro delle indagini c'è l'attacco hacker che a mezzanotte di domenica ha messo in ginocchio l'apparato informatico dell'Azienda Ospedaliera romana. Gli investigatori seguono l'ipotesi della tentata estorsione.

Indagini in corso, ipotesi di tentata estorsione ed accesso abusivo

I magistrati non hanno aspettato a lungo: la Procura di Roma ha già aperto il fascicolo sui fatti avvenuti nella notte tra domenica e lunedì. Gli inquirenti sono sulle tracce dei responsabili dell'attacco hacker al sistema informatico dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. Le indagini sono in mano alla Polizia Postale, che ha già inviato alla Procura un primo documento informativo su quanto successo. All'attenzione degli investigatori ci sono sia le modalità dell'attacco, di tipo "ransomware", sia le dinamiche che lo hanno seguito. Nel fascicolo, che sarà coordinato dal procuratore Michele Prestipino e da quello aggiunto Racanelli, sono già iscritte le ipotesi di reato: accesso abusivo al sistema informatico e tentata estorsione. All'ospedale, infatti, sarebbero giunte mail con esplicite richieste di riscatto in lingua inglese.

Server ancora in panne e sito inaccessibile: il San Giovanni arranca

A quasi quattro giorni dall'attacco, il sito dell'Azienda Ospedaliera romana è ancora inaccessibile. I 300 server e le 15oo postazioni ancora bloccati: un intero sistema fuori uso. I tecnici sono al lavoro per ripristinare il possibile nel più breve tempo, ma per ora l'ospedale resta in difficoltà. I medici continuano ad operare, spesso scrivendo i turni a mano e correndo da un corridoio all'altro per trasferire quelle informazioni che di solito vengono inserite nel sistema. L'attacco è di tipo "ransomware", lo stesso che aveva colpito il sistema della Regione Lazio ad agosto.

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