Gli amici di Thomas Bricca: “Nessuna guerra tra bande, sappiamo chi è stato”
"Abbiamo detto tutto quello che sappiamo ai carabinieri eppure non ci sono ancora indagati, come è possibile? Lo sappiamo tutti chi è stato". Scuote la testa Claudio (nome di fantasia, ndr) mentre mette in fila tutti i momenti precedenti all'omicidio del suo amico Thomas Bricca. "Da mesi siamo tutti vittime di un gruppo di ragazzi che si credono i padroni della città – spiega – Basta uno sguardo storto per essere pestato".
Nel weekend precedente alla sparatoria ci sarebbero state due risse fuori da un bar. Ad affrontarsi sarebbero stati proprio questo gruppo molto noto ad Alatri e alcuni giovani di origine africana. "Thomas non c'era durante nessuno dei due scontri", assicurano diversi amici della vittima. Non si è trattato dell'epilogo di una lotta tra bande o di affari di droga, garantisce chi conosceva bene Thomas.
Lo scambio di persona
Il vero obiettivo? Un amico di Thomas, un coetaneo di origini africane che quella sera si trovava accanto a lui ed aveva partecipato alle risse nei giorni precedenti. "Quel colpo non era per Thomas, ma i due portavano lo stesso giacchetto bianco". In totale sono stati due i proiettili esplosi, forse tre. Uno ha centrato Thomas in piena fronte e non gli ha lasciato scampo.
"Abbiamo sentito il rumore di una moto che si avvicinava nel parcheggio sotto di noi – racconta agli inquirenti uno dei testimoni – Poi abbiamo visto due persone incappucciate in sella ad uno scooter. La persona seduta dietro ha estratto una pistola, ha sparato e poi sono fuggiti via".
Chi ha sparato contro Thomas Bricca
Gli amici di Thomas puntano il dito contro due fratelli molto conosciuti nella zona. Le foto dei presunti mandanti stanno circolando sui social già da diverse ore. I post sono poi correlati da frasi molto forti rivolte ai presunti responsabili: "Assassini io non ho paura di voi, spero soffriate per sempre", scrive su Instagram un giovane amico della vittima. Si tratterebbe proprio dei due ragazzi che si sono presentati spontaneamente in caserma ieri sera.
E alle spalle spunta anche l'ombra della famiglia Spada o Di Silvio. "In sella allo scooter c'erano due uomini di etnia rom – sussurrano in molti – Chi si era scontrato con il gruppo di amici di Thomas già in passato aveva ingaggiato queste persone per fare il lavoro sporco". Mentre gli inquirenti continuano ad indagare, i ragazzi non hanno dubbi e chiedono si faccia in fretta. "Perché li hanno lasciati andare ieri sera? – si domanda Claudio – Lo sappiamo tutti che sono stati loro".
La sera della tragedia
Thomas si trovava con un gruppo di amici in una delle piazzette del paese in cui viveva, Largo Cittadini, quando è stato raggiunto alla testa da un colpo di pistola. A sparare, due ragazzi che si trovavano in sella ad una moto. Lo sparo è partito a circa una quarantina di metri di distanza dal luogo in cui si trovava il ragazzo, dalla strada sottostante a dove il gruppo si era riunito. A seguito del colpo, Thomas è stato portato in ospedale, al San Camillo di Roma, dove è morto a poco più di un giorno dal suo arrivo.
"Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato", hanno detto, fin dal primo momento, molte delle persone che lo conoscevano e che lo ricordano come un bravo ragazzo, cortese e rispettoso degli altri. Ed è anche quanto dichiarato dal procuratore durante il sopralluogo avvenuto il giorno successivo allo sparo.
Fin da subito è stata evidente la disperazione dei due genitori. "Mi avete spezzato il cuore: Dio perdona, io no", ha scritto sui social il padre di Thomas, non appena scoperto del ferimento di suo figlio. "Mio figlio era un amicone di tutti: usciva, si divertiva, era allegro, contento. Non mi spiego quello che è successo – ha rivelato a Fanpage.it la mamma di Thomas – Era una persona pacifica: chi è stato deve pagare."