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Gladiatori al Colosseo, Tomaso Montanari: “Così Airbnb uccide la storia e svilisce la cultura”

Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, sull’accordo milionario tra Colosseo e Airbnb: “Marketing, non mecenatismo: così si riduce la cultura a intrattenimento di basso livello”.
A cura di Enrico Tata
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Il Parco Archeologico del Colosseo ha firmato un accordo da 1 milione e mezzo di dollari con Airbnb, che supporterà il progetto Il Colosseo si Racconta. In cambio la piattaforma potrà offrire un'esperienza esclusiva e gratuita per alcuni suoi clienti che prevede un'immersione "nella cultura gladiatoria" e la possibilità di "cimentarsi della rievocazione degli storici combattimenti". Abbiamo chiesto un parere a Tomaso Montanari, storico dell'arte e rettore dell'Università per stranieri di Siena dal 2021.

Che ne pensa di questo accordo? Una sorta di ‘mecenatismo' da parte di Airbnb?

Innanzitutto il mecenatismo è fatto senza avere nulla in cambio. Questo è marketing, una sponsorizzazione, che è una cosa ben diversa dal mecenatismo. In ogni caso, uno dei grandi problemi sia del mecenatismo che del marketing e delle sponsorizzazioni è che non tutti gli interlocutori sono uguali: penso che il Colosseo non si dovrebbe far sponsorizzare da una fabbrica di armi, per esempio. Allo stesso modo, e ovviamente per altre ragioni, credo che Airbnb sia un pessimo interlocutore perché è uno dei principali agenti della distruzione del tessuto civile, sociale e umano delle nostre città storiche. Non soggettivamente perché non è il suo scopo, ma oggettivamente Airbnb sta devastando il rapporto che c'è fra patrimonio culturale e comunità vive. Quindi è come se la forestale facesse sponsorizzare la manutenzione di una foresta a un'associazione di piromani. Non sarebbe sensato.

C'è poi il secondo aspetto e cioè lo spettacolo di gladiatori offerto gratuitamente ad alcuni clienti della piattaforma. Immagino che anche questa ‘experience' non la trovi d'accordo…

Non so da dove cominciare. È esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare, perché la Costituzione dice di promuovere lo sviluppo della cultura, ma lo fa in un quadro in cui lo scopo è il pieno sviluppo della persona umana e una crescita culturale. Si parla di progresso spirituale e invece in questo caso la cultura è ridotta a intrattenimento, e per di più intrattenimento di bassissima lega. Non si distingue più fra il Colosseo e le mascherate fuori dal Colosseo, di quei gladiatori di cui ci siamo sempre lamentati e che adesso invece entrano dentro al Colosseo. In un tempo in cui si fa fatica a parlare di storia, un tempo schiacciato sul presente, questo è un modo per uccidere la storia e ridurla al presente in un modo servile, di puro intrattenimento e oltretutto di basso livello. Trovo impressionante il combinato disposto: affidarsi ad Airbnb per rincoglionire il popolo, lo scriva pure così. Si fanno alla Repubblica due danni con un'unica mossa.

C'è tuttavia chi sostiene che in realtà le rievocazioni storiche avvengono in tutto il mondo, anche a Roma. Questo spettacolo dei gladiatori, tra l'altro, sarà organizzato da un'associazione seria e riconosciuta anche dal Comune di Roma…

Nessuno vuole proibire le rievocazioni. Altro discorso è la possibilità che si facciano all'interno dei monumenti. Nel Bargello a Firenze, che è stato il palazzo della polizia delle torture, cosa facciamo? Rievochiamo le torture? Ho letto reazioni compiaciute da parte della destra e in questo ci vedo anche un amore per le armi, per la guerra, per il combattimento fisico. In un momento come questo, con l'Europa sull'orlo di una guerra mondiale, cos'è la cultura per la Repubblica? Il gioco delle armi nel Colosseo? Oltretutto mi permetto di ricordare a questi signori di destra che il Colosseo è stato considerato per secoli un luogo sacro, proprio per le per le persecuzioni e per i martiri, tant'è che il Papa celebra in questo luogo la Via Crucis. Se non gliene importa nulla della Costituzione, almeno della tradizione che dicono di voler difendere…

Si sta parlando di impedire aperture di nuovi Airbnb nel centro di Roma e allo stesso tempo il Colosseo stringe un patto milionario con questa azienda. Non è un controsenso?

Ma certo. È come dire di voler debellare la droga e accettare una sponsorizzazione da un cartello colombiano. Non voglio dire che siano sullo stesso piano, è ovvio che non lo siano. Ma lo sono a livello di ragionamento. Il fatto è che lo Stato dovrebbe fare di tutto per limitare Airbnb e ricordo che in tutta Europa sono state fatte leggi molto forti in questo senso. Airbnb è nato per favorire la sharing economy, ma in molti casi adesso parliamo di colossi che comprano appartamenti solo per metterli in affitto e fare concorrenza sleale agli alberghi. È un problema da gestire e non un interlocutore da sdoganare. Se gli permettiamo di sponsorizzare il Colosseo, il risultato sarebbe uno sdoganamento culturale e la conseguenza sarà che un domani sarà molto più difficile limitarne l'azione. In qualche modo diremmo che Airbnb, grazie alla sponsorizzazione, fa il bene del patrimonio culturale. Ma il patrimonio culturale non è fatto soltanto di pietre, ma anche del rapporto fra le pietre e il popolo, quel popolo che viene espulso dalle città proprio dagli Airbnb.

La ‘disneyficazione', la ‘turistificazione' dei centri storici delle città d'arte è ormai irreversibile?

La mia città, Firenze, è già morta. Venezia ancora di più. Napoli e Milano sono sulla buona strada. Si può arrestare il processo, ma occorre capire che stiamo parlando di un problema. Questa sciocchezza del Colosseo dimostra che ancora non si è capito che è un problema. Se una persona vuole guarire, deve avere la consapevolezza di essere malato. Le terapie ci sono, ma bisogna volerle usare e ci vuole una volontà politica per farlo. Il problema è che qua non siamo al livello di scegliere la terapia, ma stiamo ancora discutendo sulla nostra consapevolezza o meno di essere malati.

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