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Giudice annulla multe per aver violato il lockdown: “Stato di emergenza è anticostituzionale”

Per il giudice di pace Emilio Manganiello lo stato di emergenza proclamato dal governo Conte sarebbe illegittimo. Pertanto le sanzioni comminate per aver violato il lockdown devono essere annullate. Lo ha dichiarato il giudice nelle motivazioni della sentenza, nella quale ha parlato di “misure illegittime recepite sul modello di quelle adottate in Stati non democratici come la Cina”.
A cura di Natascia Grbic
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Lo stato di emergenza proclamato dal governo Conte per motivi sanitari non sarebbe legittimo. È quanto dichiarato dal giudice di pace Emilio Manganiello nelle motivazioni della sentenza con la quale ha annullato la multa di 400 euro comminata a padre e figlia, trovati fuori dalla loro abitazione durante il lockdown. "Non vi è nella Costituzione italiana alcun riferimento a ipotesi di dichiarazione dello stato di emergenza per rischio sanitario – si legge nella sentenza – In conseguenza, la dichiarazione adottata dal Consiglio dei ministri il 31.01.2020 è illegittima, perché emanata in assenza dei presupposti legislativi, in quanto nessuna fonte costituzionale o avente forza di legge ordinaria attribuisce il potere al Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario". E le multe comminate a chi ha violato il lockdown, sarebbero di conseguenza illegittime.

Giudice di pace annulla multe e paragona l'Italia alla Cina

Si tratta di una sentenza, per ora relativa a un singolo caso, che farà probabilmente discutere. Il giudice di pace si spinge anche oltre, specificando che la misura di permanenza domiciliare, fortemente ‘lesiva della libertà personale, può essere stabilita solo dall'autorità giudiziaria. Pertanto, "neppure una legge potrebbe prevedere nel nostro ordinamento l'obbligo della permanenza domiciliare". E paragona le misure prese in Italia a quelle di Stati antidemocratici, come la Cina. "Tali illegittime misure di sanità pubblica sono state recepite dal DCPM sul modello di quelle adottate in Stati non democratici come la Cina, che hanno un ordinamento costituzionale autoritario giuridicamente incompatibile con il nostro ordinamento costituzionale".

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