Giubileo 2025

Giubileo, l’assessora Funari: “Tensostrutture per i senza dimora, cancelli non sono una soluzione”

Intervista a Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali di Roma Capitale. “Il tema dei cancelli viene spesso confuso con il tema legato ai senza dimora. In questi giorni il dibattito ha riportato anche questa, vorrei dire, semplificazione. È chiaro che i cancelli non rappresentano una soluzione per aiutare i senza dimora. E questa amministrazione non intende aumentare i cancelli per allontanarli”.
A cura di Enrico Tata
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Barbara Funari, assessora alle Politiche sociali e alla Salute di Roma Capitale. Mancano meno di quattro mesi all'apertura del Giubileo. Dal punto di vista dell'accoglienza, Roma è pronta?

Il Giubileo è alle porte, ci siamo. Sarà un anno speciale, eccezionale per la nostra città. La città si prepara ad accogliere centinaia di migliaia di pellegrini. Ci stiamo preparando anche per aumentare e migliorare l'accoglienza per i tanti fragili che si trovano a Roma e per il Giubileo avremo la possibilità di rafforzare il sistema di accoglienza.

Nelle scorse settimane c'è stata qualche polemica sulle strutture di accoglienza per i senza dimora. Ci spiega la situazione?

Il Giubileo ci ha permesso, con un finanziamento, di accedere a un fondo, della durata di un anno, per attivare quattro nuovi luoghi, seppure provvisori. Nello specifico delle tensostrutture da installare nelle vicinanze delle grandi stazioni della nostra città, e quindi Ostiense, Termini, Tiburtina e la zona di San Pietro. La principale problematica è nata intorno alla stazione Termini, a piazza dei Cinquecento.

Dopo un lungo percorso, con diversi sopralluoghi, il Governo e Ferrovie ci hanno imposto di spostare la tensostruttura perché non ritengono idonea la soluzione da noi proposta, soprattutto per questioni relative al decoro e all'immagine. Noi continuiamo ad essere convinti che poteva essere una soluzione importante per accogliere, ma contemporaneamente anche dare un'idea dell'immagine di una città che apre le sue porte con questi luoghi, seppur provvisori, a chi vive ai margini. Adesso questa struttura, seppure più piccola, la sposteremo su via di Porta San Lorenzo, ma siamo ancora in trattativa per capire come e quando poterlo aprire.

Qual è l'obiettivo di queste tensostrutture, perché sono importanti secondo lei?

Da dicembre potevamo attivare 240 in più di accoglienza a bassissima soglia, una proposta spesso accettata dalle persone più difficili da intercettare per i nostri servizi, le persone con problematiche psichiatriche, con problemi di dipendenze. Una prima soglia a cui accedere e aperte 24 ore al giorno. E così partire da quel luogo per permettere ai nostri operatori sociali di poter mettere in campo azioni di orientamento e di presa in carico più definitiva. L'esperienza del ‘piano gelo' attivato già a Termini ha consentito al 30 per cento delle persone prese in carico di non essere più in strada.

Si è parlato della possibile installazione di ‘cancellate contro i senzatetto' nel territorio del Municipio I. Lei è d'accordo?

Il tema dei cancelli viene spesso confuso con il tema legato ai senza dimora. In questi giorni il dibattito ha riportato anche questa, vorrei dire, semplificazione. È chiaro che i cancelli non rappresentano una soluzione per aiutare i senza dimora. E questa amministrazione non intende aumentare i cancelli per allontanare i senza dimora dai parchi. Ci sono valutazioni in corso anche nel Municipio I per vedere se sarà idoneo o meno attivare un cancello per la sicurezza e la tutela delle aree verde e dei parchi. Lato politiche sociali chiaramente non si tratta di un intervento che prevediamo utile e comunque non fa parte di una qualsiasi presa in carico a livello sociale.

Le faccio una domanda più personale. Lei viene da una tradizione cattolica, quali sono le sue sensazioni ed emozioni nel rivestire questo ruolo per un evento così importante per quel mondo?

Ero molto più giovane nel 2000, quindi ricordo bene il Giubileo del 2000, quella grande Giornata mondiale dei giovani con Giovanni Paolo II e con quel discorso che fece anche a me e a tanti giovani all'epoca, di rimanere ‘sentinelle del mattino', di non abbandonare l'impegno a difendere il diritto di tutti di vivere in questa terra, a lottare contro la fame, a difendere i più fragili. Oggi, 25 anni dopo, chiaramente nel mio ruolo anche istituzionale, credo che questo Giubileo di nuovo ci richiami a questo impegno. E farlo nelle istituzioni mi dà anche la possibilità di mettere in campo delle azioni che possano essere sempre più efficaci per costruire questa città accogliente, che è anche la speranza che portiamo in questo Giubileo. ‘Speranza' è la parola chiave nella bolla di Papa Francesco.

C'è un progetto che sta lanciando, che riguarda anche il Giubileo e in particolare il volontariato per il servizio civile per i giovani…

Con dei fondi dedicati al Giubileo, abbiamo lanciato una nuova call per nuovi progetti di servizio civile con Roma Capitale. Quindi la possibilità di accogliere più di 30 giovani a lavorare con noi, anche a supporto dell'accoglienza nelle tensostrutture, ma non solo. I giovani potranno mettersi in gioco con un'esperienza di un anno con Roma Capitale. Credo che avere dei ragazzi che con noi incontrano, aiutano e orientano nella nostra città sia importante e possa permettere loro di diventare visibilmente anche testimoni di questa accoglienza.

Lei è fiduciosa quindi che questa città possa essere pronta per affrontare un evento così importante, così difficile come il Giubileo?

Assolutamente direi di sì. Nel 2000 ricordiamo che alcune opere previste per il Giubileo hanno avuto poi reale concretezza agli anni successivi. L'anno giubilare è una tappa importante, Roma è un grande cantiere, e più volte il sindaco ha chiesto pazienza ai cittadini e alle cittadine romane, ma questi lavori rappresentano la visione e la speranza di una città che cambia. Con serietà ci impegniamo quotidianamente a fare in modo che queste opere, non solo le strutture ma anche nell'ottica del lavoro sulle persone e con le persone, nell'essere al fianco anche degli ultimi, possano rendere questa città migliore anche per chi è più fragile, perché crediamo che così sarà migliore per tutti.

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