Giornata Nazionale dell’Endometriosi: nel Lazio serve una legge, ma la proposta è ferma da anni

L’endometriosi è una malattia cronica ginecologica che colpisce circa 150 milioni di donne nel mondo e oltre 3 milioni in Italia, di cui più di 700.000 nel Lazio. Si tratta di una patologia invalidante che può avere conseguenze gravi sulla salute fisica e psicologica delle donne, e che spesso comporta infertilità, dolore cronico e un peggioramento significativo della qualità della vita. Eppure, per molti anni, questa condizione è stata ignorata o sottovalutata, con diagnosi che arrivano in media dopo 10 anni dai primi sintomi.
In occasione della Giornata Nazionale dell’Endometriosi, che si celebra il 28 marzo, abbiamo intervistato Michela Califano, consigliera regionale del Lazio per il Partito Democratico, che ha presentato una proposta di legge per affrontare questa problematica. Un testo che mira a garantire diagnosi più precoci, maggiore sensibilizzazione e un supporto concreto alle donne colpite.
Perché è importante mantenere alta l’attenzione sull’endometriosi?
«L’endometriosi è una patologia altamente invalidante che non solo colpisce l’endometrio – la mucosa che riveste l’utero – ma può arrivare ad attaccare altri organi vitali, causando danni devastanti al corpo femminile. Per anni è stata sottovalutata, ma oggi sappiamo che è anche un problema sociale. Le donne affette da endometriosi spesso faticano a svolgere attività quotidiane, con conseguenze negative sulla vita scolastica, lavorativa e familiare. Alcune ragazze giovanissime non riescono nemmeno a frequentare la scuola durante il ciclo mestruale, e molte donne sono costrette ad assentarsi dal lavoro o addirittura a perderlo a causa dei sintomi debilitanti. È una doppia sfida: sanitaria e sociale».
Qual è l’obiettivo principale della proposta di legge che ha presentato?
«La nostra proposta mira a migliorare la prevenzione e la diagnosi precoce, perché spesso l’endometriosi viene individuata quando ormai è in fase avanzata. Ridurre i tempi di diagnosi è cruciale: se si riesce a intervenire al primo o al secondo stadio della malattia, è possibile evitare complicazioni e offrire alle pazienti un percorso di cura efficace. Vogliamo garantire una presa in carico tempestiva e multidisciplinare, che includa il supporto medico, psicologico e sociale».
Questa legge era già stata presentata in passato. Perché non è stata approvata allora?
«Sì, l’avevo già proposta nella precedente legislatura, ma in quel periodo il Lazio era sotto commissariamento per la sanità e non c’erano fondi sufficienti per garantire la copertura finanziaria necessaria. Ci siamo concentrati quindi sulla sensibilizzazione. Oggi, con il commissariamento superato, abbiamo l’opportunità di procedere, ma purtroppo la proposta è ancora ferma. È deludente che il Lazio sia rimasta una delle poche regioni a non aver ancora legiferato sull’endometriosi. Serve un impegno concreto da parte della maggioranza per calendarizzare la legge in commissione».
Cosa prevede nello specifico la proposta di legge?
«La legge si chiama “Endometriosi 4.0” perché punta sull’uso delle tecnologie innovative per migliorare diagnosi e cure. Ecco alcuni punti chiave:
Promozione della conoscenza: l’articolo 1 definisce l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti sanitari, sociali, familiari e lavorativi dell’endometriosi.
Registro regionale elettronico: raccoglieremo i dati clinici delle pazienti per studiare l’evoluzione della malattia e ottimizzare gli interventi.
Digitalizzazione e diagnosi precoce: vogliamo sviluppare un’app dedicata alle giovani, che consenta di monitorare i sintomi e ricevere un primo alert in caso di segnali sospetti.
Formazione del personale medico: spesso i sintomi dell’endometriosi vengono trascurati o trattati con farmaci inutili. Per questo, è essenziale formare i medici di base affinché possano riconoscere la malattia e indirizzare le pazienti verso un percorso specialistico.
Supporto alle pazienti: promuoveremo nuove tecnologie per interventi chirurgici meno invasivi e percorsi di accompagnamento personalizzati, anche dal punto di vista psicologico».
Quali sono i prossimi passi?
«Faccio un appello alla maggioranza: è fondamentale calendarizzare la proposta in commissione. Non mi interessa intestarmi questa legge. Se c’è un’altra proposta da parte della maggioranza, possiamo lavorare insieme e creare un testo unico. L’importante è che il Lazio approvi finalmente una legge sull’endometriosi e dia risposte concrete alle donne che soffrono. Questa malattia ha un impatto devastante sulla vita delle pazienti e dobbiamo fare di tutto per aiutarle».