Nuova condanna per Borgese, che stuprò una tassista: ha violentato una ragazzina in ascensore
Simone Borgese è stato condannato in appello a sette anni per aver stuprato una tassista romana nel maggio del 2015 e adesso anche per aver molestato una ragazza di 17 anni all'interno di un ascensore. Per questo fatto dovrà scontare una condanna a due anni e dieci mesi, pena decisa dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma. I fatti stando a quanto si apprende, risalgono al giugno del 2014. L'uomo, che all'epoca aveva trent'anni, aggredì la minorenne nell'androne di un palazzo. La minorenne aveva denunciato il fatto, ma non era riuscita a fornire dettagli utili all'identificazione del responsabile. Poi vide le foto di Borghese pubblicate dalla stampa dopo lo stupro avvenuta del 2015 e lo riconobbe. La giovane è stata assistita nella vicenda giudiziaria dai legali dell'associazione ‘Differenza Donna'.
Il caso della tassista stuprata: Borgese condannato a 7 anni
Borgese, ex cameriere, padre di una bimba, ha violentato la tassista dopo essersi fatto accompagnare in zona Ponte Galeria. Qua ha prima picchiato la donna e poi l'ha derubata. "Ero in preda alla droga quando ho abusato di quella donna. È vero sono stato violento. E poi, per ritardare i soccorsi, ho pure tolto alla tassista le chiavi dell'auto, ma non le ho portato via quello che aveva nella borsetta", ha provato a giustificarsi Borgese. "A volte non riesco a contenermi. Ho avuto un'infanzia diffcile – ha detto Borgese – Sono cresciuto con un padre padrone, che alzava spesso le mani in casa. L'ho visto picchiare mia madre. Alla signora, però, chiedo scusa, perdono. Ho sbagliato. Facevo da tempo uso di cocaina. E anche quel giorno ne avevo abusato".