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Genoveva ammazzata di botte: il marito a processo, la picchiava davanti alla figlia di 9 anni

Accusato di aver picchiato la moglie fino a provocarle ferite e traumi fatali, che l’hanno condotta al decesso dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale. Il marito di Genoveva è finito a processo.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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È finito a processo e dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia e di altri capi d'accusa il marito trentottenne di Genoveva Ciurea, ritenuto responsabile per la Procura di Roma di averla ammazzata di botte. Come riporta La Repubblica si è celebrata l'udienza davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Roma, l'imputato assistito dal suo legale difensore ha raccontato la sua versione dei fatti: non l'avrebbe presa a calci e pugni, ma non esclude gli schiaffi. I giudici hanno ascoltato diversi testimoni, tra i quali un operatore del 118 e un ex coinquilino della coppia. Pare che Genoveva si fosse rifiutata di avere un rapporto sessuale con il marito. Tra gli altri episodi contestati all'imputato c'è il fatto che avrebbe minacciato di dare fuoco alla casa dei genitori.

Picchiava la moglie davanti alla figlia di 9 anni

I fatti risalgono al 15 gennaio del 2021, quando Genoveva è morta. Era stata trasportata in ospedale, dov'è morta dopo alcuni giorni di ricovero. Una spirale di violenze fisiche e psicologiche quelle subite dalla donna, che andavano avanti da tempo e che avvenivano davanti alla figlia di 9 anni. Per la Procura nell'ultimo episodio prima che la donna morisse lui l'avrebbe picchiata con calci e pugni, strattonandola e facendola cadere a terra. Sempre per la Procura i risultati dell'autopsia svolta sulla salma hanno evidenziato che a provocare il decesso della donna siano state le ferite e i traumi gravi riportati a seguito delle percosse.

Sul corpo di Genoveva c'erano lividi in varie parti, dalla fronte alla schiena, passando per l'addome e aveva entrambi gli occhi tumefatti. Da quanto si apprende inoltre Genoveva temeva che il marito le portasse via la figlia in Romania. La Procura lo accusa anche di questo, di aver portato via la figlia minore e di averla trattenuta contro la volontà della madre. Inoltre la isolava, impedendole di contattare i famigliari e le persone a lei più care e la minacciava di morte.

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