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Gambizzati per uno scooter, 46enne arrestato dopo 6 mesi: “Diventato latitante perché temeva vendetta”

Arrestato per duplice tentato omicidio l’uomo che nel giugno scorso ha sparato a La Rustica contro due persone, gambizzandole. “Era scappato perché temeva vendetta”.
A cura di Beatrice Tominic
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Aveva rimproverato il figlio quindicenne in motorino ed era stato chiamato ad un incontro chiarificatore. Durante l'appuntamento, però, aveva estratto l'arma e aveva fatto fuoco contro il padre del ragazzo in scooter e il cognato. Nessun regolamento di conti dietro alle gambizzazioni dei due, avvenute nello scorso giugno nella zona fra San Basilio e La Rustica, nella periferia est della capitale.

"Io vengo lì pe’ parla’ e tu che fai me spari… È perché c'ha paura", avrebbe detto il padre del giovane al telefono, come hanno ricostruito gli agenti della Sezione Crimine Organizzato con delle intercettazioni, riportate da il Messaggero. Per quanto accaduto nella mattinata di ieri, con l'accusa di duplice tentato omicidio, gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato M.M., rapinatore professionista di 46 anni.

Dopo gli spari, la fuga da Roma

Con l'arresto si interrompe il periodo di latitanza dell'uomo e dell'amico G.B., anche lui presente all'appuntamento quando sono partiti gli spari in largo Corelli. I due sarebbero scappati da Roma soprattutto per sottrarsi alla possibile vendetta: le due persone raggiunte dai colpi, non a caso, non hanno mai collaborato con gli inquirenti, ma anzi, più volte avrebbero cercato di depistare le indagini. "È sparito perché sa che sono pronti a vendicarsi – avrebbero detto i due a proposito di M.M., individuato nel frattempo di passaggio nel reatino – Ce stava pure un ragazzino..".

La vendetta

E le ritorsioni non sarebbero tardate ad arrivare. Il 22 giugno, a cinque giorni dalle gambizzazioni, un ordigno è esploso davanti ad un bar riconducibile alla fidanzata di G.B., un episodio che si è ripetuto un mese dopo, il 23 luglio e, ancora, il 22 settembre.

Secondo quanto riportato dalla testata, il padre del ragazzino in moto avrebbe manifestato la sete di vendetta anche parlando con un amico. Così, mentre M.M. dice di aver scontato 15 anni di carcere per un omicidio, è lui che, riferendosi proprio alla persona che gli ha sparato, spiega: "Io me ne posso pure fa 20 per una cosa del genere".

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