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Gaia e Camilla travolte e uccise a Roma da un'auto

Gaia e Camilla morte a Corso Francia, rinviata sentenza Genovese: troppi dubbi su dinamica incidente

Rinviata la sentenza nei confronti di Pietro Genovese, il ragazzo che il 22 dicembre 2019 ha investito e ucciso Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Il pubblico ministero aveva chiesto per lui cinque anni di reclusione. La proposta di patteggiamento avanzata dai legali del ragazzo era stata rifiutata.
A cura di Natascia Grbic
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Pietro Genovese
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Non sarà emessa oggi la sentenza per Pietro Genovese, il ragazzo che il 22 dicembre 2019 ha investito e ucciso due sedicenni a Corso Francia. Il giudice per l'udienza preliminare Gaspare Sturzo ha disposto con un'ordinanza di ascoltare in aula i testimoni dell'incidente e i periti che hanno svolto le consulenze tecniche. Il giudice ha fissato dunque due udienze, una il 4 e il 14 novembre, giorni nei quali saranno sentiti i periti, i testimoni e il medico legale. Si tratta di un'integrazione probatoria che viene chiesta dal giudice nel caso ritenga carenti le ricostruzioni della procura. Da chiarire, se Gaia e Camilla abbiano attraversato sulle strisce o meno. Due gli elementi sui quali si punta: la targa del Suv Di Genovese, trovata vicina alle strisce, e il corpo di Gaia, rinvenuto molto più avanti rispetto a quello dell'amica. Il medico legale aveva dichiarato non possibile che la ragazzina fosse stata colpita da un'altra auto. Ipotesi però che non è stata scartata dal giudice.

La richiesta di 5 anni di reclusione avanzata dal pm

Il pm aveva chiesto per Genovese cinque anni di reclusione. Il giovane, che si trova agli arresti domiciliari dal 26 dicembre, aveva proposto tramite i suoi legali un patteggiamento a 2 anni e 3 mesi: proposta rifiutata dalla procura perché considerata troppo mite e perché a Genovese era stata già ritirata la patente per violazioni del codice della strada.

Gaia e Camilla morte sul colpo

Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli sono state investite la notte del 22 dicembre a 2019 a Corso Francia dal Suv guidato da Pietro Genovese. Le due sedicenni sono morte sul colpo, il corpo di Gaia è stato trascinato per oltre quindici metri. Il 21enne si è fermato oltre 200 metri dopo l'impatto: una distanza considerevole, che ha fatto ipotizzare che il giovane stesse cercando di scappare. Ipotesi sempre respinta da Pietro Genovese, che ha dichiarato di non aver mai pensato di fuggire dal luogo dell'incidente. Il giovane, risultato positivo all'alcol test e agli esami tossicologici, è stato accusato di duplice omicidio stradale aggravato dall'assunzione di alcol. Essendo neopatentato, infatti, non avrebbe dovuto bere: nel sangue aveva un tasso alcolico di 1.4.

I dubbi sulla dinamica dell'incidente

A poche ore dall'incidente, si sono cominciati a delineare dubbi sulla dinamica. Secondo alcuni testimoni che in quel momento stavano transitando su Corso Francia, Gaia e Camilla avrebbero attraversato col semaforo rosso in un punto lontano dalle strisce pedonali e poco visibili. Secondo altri, si trovavano sulle strisce. Il perito incaricato dalla Procura, nella sua perizia ha dichiarato che le due ragazze non hanno attraversato sulle strisce ma che Genovese andava a una velocità troppo elevata (90km/h). Se avesse rispettato i limiti e non avesse bevuto, non avrebbe investito le due ragazze.

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