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Furiosa lite tra sorelle per un abito da sposa mai restituito: schiaffi, minacce e false accuse

Al centro dei fatti, che risalgono al 2016, ci sono due sorelle, Tiziana e Sabrina. Tra loro schiaffi, minacce e false accuse per un abito da sposa mai restituito.
A cura di Enrico Tata
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Un abito da sposa è al centro di una furiosa lite in famiglia. Schiaffi, minacce, tirate di capelli e false accuse, fino all'arrivo della vicenda in tribunale. Al centro dei fatti, che risalgono al 2016, ci sono due sorelle, Tiziana e Sabrina.

Nel 2013 Sabrina presta il vestito da sposa a Tiziana, che è parrucchiera e deve realizzare un servizio fotografico a tema matrimonio. Ma tre anni dopo, nonostante numerosi solleciti, l'abito non viene ancora riconsegnato alla legittima proprietaria. Sabrina decide di provare un'ultima volta, ma come risposta riceve messaggi pieni di insulti e minacce: "Vai a fare in culo, te la stai rischiando di brutto, ti faccio male, non mi conosci". Decide quindi di presentarsi a casa della sorella. Suona il citofono e aspetta in macchina.

Tiziana scende insieme al marito, ma non per riconsegnare l'abito. Anzi. L'uomo  prende per i capelli Sabrina e la trascina fuori dall'auto, poi Tiziana comincia a picchiare la sorella con calci e pugni (ferite e contusioni guaribili in sei giorni, referteranno in seguito i medici del pronto soccorso) e poi le getta a terra lo smartphone, rompendolo poi in mille pezzi. Sa bene che all'interno del cellulare ci sono le prove delle minacce.

Il marito di Tiziana invia anche alcune foto al cognato con Sabrina ancora a terra dolorante. Queste le prove presentate dalla donna al processo, insieme al referto del pronto soccorso e alla fattura di riparazione del fratello. Tra l'altro, Tiziana avrebbe inviato anche alcune foto per simulare di essere stata aggredita anche lei e per questo si sarebbe provocata graffi con un coltello.

La vicenda giudiziaria, riporta il Messaggero, va avanti da oltre sette anni e ancora non è conclusa. Tiziana è accusata di minacce, lesioni personali e appropriazione indebita. Tutto per un abito da sposta mai restituito.

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