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Frosinone, mentono per ottenere buoni spesa: “Già percepivano il reddito di cittadinanza”

Percepivano già il reddito di cittadinanza, ma non l’hanno dichiarato nella domanda. E hanno chiesto, e ottenuto, indebitamente buoni pasto di 50 e 100 euro per un totale di 1850. Indagate in tutto dieci persone, di cui sette sono uomini e tre invece le donne. Ora dovranno rispondere del reato di truffa.
A cura di Alessandro Rosi
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Non solo il reddito di cittadinanza, ma anche buoni pasto da 50 euro e 100 euro. Li hanno richiesti, e ottenuti indebitamente, dieci persone di Roccasecca che ora sono indagate. Per averli, hanno fornito informazioni mendaci relative alle proprie condizioni economiche, così da percepire le erogazioni dello Stato. In particolare, nella domanda avrebbero omesso di indicare di essere percettori del reddito di cittadinanza, così da avere la preferenza rispetto alle altre persone.

L'avviso pubblicato dal Comune di Frosinone, in cui rientra Roccasecca, non esclude infatti "che le risorse possano essere attribuite anche a percettori di altre forme di sostegno pubblico al reddito, ma nell’attribuzione del contributo per i buoni spesa verrà data priorità alle persone che non ricevono altri sostegni".

Ciascun comune ha potuto predisporre il buono spesa – erogato grazie ai finanziamenti messi a disposizione dal Governo e dalla Regione Lazio – in base a criteri che sono stati definiti in autonomia. Nel modulo del Comune di Frosinone, quello di competenza per Roccasecca, chi presentava la domanda doveva dichiarare "di ESSERE / NON ESSERE beneficiario di altre forme di sostegno al reddito e di contrasto alla povertà erogate da Enti pubblici (ad es. reddito di cittadinanza)".

I Carabinieri della Stazione di Roccasecca hanno già avviato i primi accertamenti sulle domande formalizzate e su chi ha ottenuto i bonus. Tra gli indagati, 7 sarebbero donne e 3 uomini. In totale avrebbero percepito 1850 euro, che il Comune di Roccasecca aveva erogato per sostenere le famiglie in difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid-19.

I dieci indagati dovranno ora rispondere del reato di truffa.

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