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Francesco Vitale segregato e torturato alla Magliana, chiesto giudizio immediato per gli arrestati

I pm hanno chiesto il giudizio immediato per ‘Sergione’, Sergio Placidi, e Fabrizio Daniele, ‘Saccottino’, i due arrestati nell’ambito delle indagini sulla morte di Francesco Vitale, conosciuto come ‘Ciccio Barbuto’.
A cura di Enrico Tata
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Chiesto il giudizio immediato per ‘Sergione', Sergio Placidi, e Fabrizio Daniele, ‘Saccottino', i due arrestati nell'ambito delle indagini sulla morte di Francesco Vitale, conosciuto come ‘Ciccio Barbuto'. Il pr barese è precipitato da un palazzo in zona Magliana il 22 febbraio ed è morto. L'accusa nei confronti degli indagati è quella di sequestro di persona a scopo di estorsione con l'aggravante della morte della vittima.

Lo scorso 25 luglio è stata arrestata anche una terza persona coinvolta nella morte di Vitale e cioè la moglie di ‘Sergione', accusata di essere stata la ‘carceriera' del pr. La donna avrebbe infatti sorvegliato la vittima per diverse ore.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Vitale aveva viaggiato da Bari a Roma per incontrare le persone con cui aveva contratto un debito di 500mila euro. Un appuntamento che ben presto si è trasformato in un vero e proprio sequestro. Portato in un appartamento al quinto piano di via Pescaglia a Roma, l'uomo è stato picchiato e torturato. Cercando di scappare dai suoi aguzzini, è morto lanciandosi nel vuoto.

I sequestratori avrebbero chiesto un riscatto alla famiglia del pr con scadenza fissata alle 8 del 22 febbraio, proprio il giorno della morte. Sentendosi ormai spacciato a causa del mancato invio dei soldi, Vitale ha detto alla compagna: "Per me ormai è finita, dai un ultimo bacio al bimbo da parte mia".

Daniele e Placidi sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo, che in seguito hanno verificato anche la responsabilità della moglie di ‘Sergione'. La donna è stata inchiodata grazie alle intercettazioni: "Il silenzio a casa mia si paga. Dalle parti mia se deve mantene’ il detenuto, la famiglia….manco hanno nemmeno pagato il reato…il lavoro svolto”. La signora si lamentava con queste parole del comportamento di chi aveva commissionato il sequestro del pr. Frasi come queste hanno permesso agli investigatori di accertare il suo coinvolgimento nella vicenda.

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