Francesco si laurea indossando tacchi rossi: “Per le donne vittime di violenza e la comunità LGBT+”
Si è laureato il 21 aprile all'Università degli Studi di Cassino presentandosi con una giacca glicine e le scarpe con il tacco e un plateau vertiginosi di colore rosso: "I messaggi che ho voluto lanciare con questo bellissimo tacco rosso sono tanti, a partire dalla mia vicinanza alle donne: le scarpe rosse sono il simbolo delle donne vittime di violenza – ha detto Francesco durante l'intervista rilasciata per Fanpage.it – Ma la scarpa col tacco è anche simbolo della comunità LGBTQI+, lanciata da Sylvia Rivera contro la polizia durante i moti Stonewall: io ne faccio parte e così ho voluto rappresentarla."
Dopo una tesi triennale sull'omosessualità passiva sull'antica Roma in Lettere Classiche, Francesco, 27enne di Formia, si è laureato qualche giorno fa in Scienze Sociali, Politiche e della Salute con uno studio sul rapporto fra il corpo e i diritti delle donne verso la loro autodeterminazione.
Un messaggio di diversità e inclusione
"La mia non voleva essere una provocazione, ma un messaggio. Nella mia tesi parlo di autodeterminazione e dell'uso del corpo delle donne per lanciare messaggi – ha dichiarato Francesco spiegando cosa lo ha portato a scegliere di indossare le scarpe con il tacco il giorno della sua discussione – Perché io non posso usare il mio?"
Quelli come la diversità e l'inclusione sono temi a cui Francesco è sensibile da sempre: "Essere un giovane, omosessuale, di provincia, con uno zio disabile… insomma ce le ho un po' tutte – ha esordito durante l'intervista telefonica rilasciata per Fanpage.it – La diversità è parte del mio dna, quindi ho dedicato tutti gli anni del mio attivismo politico a questo per creare un terreno fertile culturalmente, politicamente, socialmente perché ci sia davvero inclusione."
Sul ddl Zan: "Correremo più veloci del Senato"
La tesi di Francesco si conclude affrontando il ddl Zan: la scelta di indossare le scarpe con il tacco deriva anche da questo. "Volevo lanciare un messaggio chiaro e preciso a quei senatori e quelle senatrici gaudenti nell'aula del senato quando il ddl è stato affossato. Loro pensano di poterci cancellare, non dando il giusto nome alle cose, ma non è così, anzi. Noi splendidamente, sui tacchi rossi correremo più veloci insieme al progresso per cancellare loro."
Il contributo per la risoluzione del problema
Nella sua tesi, Francesco ha ripercorso varie tappe del movimento femminista italiano: dal suffragismo alla Seconda Ondata fino ad arrivare al femminismo 3.0 e alla maternità surrogata: "Non bisogna essere donne per occuparsi dei problemi che qualcuno definisce "delle donne". Sono problemi che sicuramente colpiscono il mondo femminile, ma se io da uomo ritenessi questo problema esclusivamente delle donne e pertanto non meritevole di attenzione, starei commettendo un errore enorme e imperdonabile – ha spiegato – Se c'è un problema e questo problema riguarda qualcuno che è al mio fianco, anche se non riguarda me direttamente, è anche un mio problema."
Le opinioni degli utenti
Da quando ha condiviso su Facebook la foto scattata dopo la laurea, sono arrivati molti commenti, non tutti positivi: "Una persona ha scritto che ero un pagliaccio, ma io gli ho risposto che nella mia foto non vedevo nasi rossi, così come nel suo commento non vedevo cervello – ha detto – Qualcuno non vede di buon occhio un'iniziativa eclatante come quella. Secondo alcuni avrei potuto farlo di nascosto o fare meno: in realtà penso che, se possibile, avrei dovuto fare anche di più. Subito dopo la discussione ho notato qualche sguardo perplesso, ma altri, invece, si sono fermati per complimentarsi."
Francesco, dunque, non si è mai scoraggiato: "Spero che la mia voce abbia una eco fortissima. Quando i giovani "protestano" è bene che le loro parole abbiano risonanza: è il momento di essere ascoltati, è il momento di lasciarci fare qualcosa di buono. Noi giovani non siamo il futuro, siamo il presente."