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Fosse Ardeatine, chi era la vittima numero 336 uccisa mentre raccoglieva la cicoria fuori dalle cave

Considerata la vittima numero 336 delle Fosse Ardeatine è l’unica donna coinvolta nell’eccidio. Si chiamava Rosa Fedele, aveva 86 anni e quando è stata fucilata stava raccogliendo la cicoria nei campi.
A cura di Beatrice Tominic
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Si chiamava Rosa Fedele, aveva 82 anni e fu colpita da uno sparo mentre stava raccogliendo la cicoria, a pochi passi dalle Cave Ardeatine dove, in quell'esatto momento, si stava svolgendo quello che è passato alla storia come l'eccidio delle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944. Così è stato possibile risalire all'identità della vittima che, fino ad ora, era considerata la vittima "numero 336". Si tratta dell'unica donna coinvolta nella mattanza .

Uccisa mentre stava raccogliendo la cicoria: cosa è successo a Rosa Fedele

Stava raccogliendo la cicoria a pochi passi dalle Cave Ardeatine, non si è fermata all'alt che le era stato intimato dai soldati. L'anziana donna, sorda, non lo avrebbe neanche sentito. Ed è stata colpita con uno sparo. Portata in ospedale, l'ottantaduenne è morta il giorno dopo.

Il primo a parlare di lei è stato il giornalista e scrittore Cesare De Simone che nel suo libro Roma città prigioniera ha parlato di "una donna di 74 anni, che si chiamava Fedele Rasa". Come riporta il Corriere della Sera, l'autore aveva consultato i registri del pronto soccorso dell'ospedale del Littorio (San Camillo) che riportavano la morte della donna per uno "scompenso cardiaco provocato da ferita d'arma da fuoco" dopo essere, come riportato in una nota, "rimasta colpita da un colpo di fucile sparato da soldato tedesco mentre faceva erba sul prato di via delle Sette Chiese prospiciente la via Ardeatina". La data della morte, dopo un giorno di degenza, era quella del 25 marzo 1944.

I nuovi documenti e l'identificazione della donna

Nel 2024, nell'80esimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, il nome della donna riportato era quello di Fedele Rasa, nata nel 1870 a Gaeta e sfollata nel 1944 al Villaggio Breda di Roma. Soltanto con l'acquisizione degli ultimi documenti è stato possibile precisarne l'identità con il vero nome della donna e anche il reale anno di nascita: il 1862 e non il 1870, come ipotizzato all'inizio. In particolare, è stato consultato l'atto di nascita conservato nell'Archivio storico del Comune di Gaeta.

L'appello per rintracciare i discendenti: chi era Rosa Fedele

I genitori di Rosa Fedele, Andrea Fedele e Mariantonia Di Biase, erano due contadini. Il marito, Vincenzo Albano, un giardiniere. I due si sono sposati il 13 agosto 1881, quando lei aveva 19 anni e lui 28 ed avevano avuto due figlie: Alessandranna, nata il 16 giugno 1882 e, il 28 agosto 1884, Giuseppa. Nel 1930, il 10 febbraio, Rosa Fedele è rimasta vedova.

Una volta ottenuto il certificato di nascita è stato possibile effettuare un riscontro con il certificato di morte, all'Anagrafe di Roma, con la conferma della data della morte, avvenuta alle ore 2 del 25 marzo 1944. Sepolta al cimitero Flaminio, dopo 10 anni i suoi resti sono stati trasportati nell'ossario comune. Nel frattempo, però, è stato lanciato un appello per tentare di rintracciare i suoi discendenti a Gaeta.

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