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Flatulenze al TG1, prosciolti sei giornalisti dalle accuse di Dania Mondini: “Mancano le prove”

Nonostante le accuse di Mondini, i sei imputati sono stati prosciolti perché “il fatto non sussiste”. Per i giudici non c’erano prove a sufficienza a supporto della testimonianza di Dania Mondini.
A cura di Enrico Tata
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Il caso delle flatulenze al Tg1 si risolve con il proscioglimento dei sei giornalisti accusati dalla collega Dania Mondini. Le denunce di comportamenti persecutori non sono supportate da prove sufficienti, ha concluso la giudice Angela Gerardi.

La conduttrice del Tg1 ha puntato il dito contro colleghi e superiori, sostenendo di essere stata emarginata e, tra le altre cose, costretta a condividere la stanza con un giornalista che soffre di problemi intestinali. Nonostante le accuse di Mondini, i sei imputati sono stati prosciolti perché "il fatto non sussiste".

Questo perché, come anticipato, la giudice ha ritenuto le accuse prive di prove sufficienti. I testimoni hanno confermato tensioni in ambito lavorativo, ma nessuna persecuzione nei confronti della conduttrice. Il procedimento è stato avviato nel 2018 ed è arrivato a conclusione dopo sei anni con il proscioglimento degli indagati.

La versione di Dania Mondini

Ai giudici Mondini aveva raccontato il suo punto di vista sulla vicenda:

“È il 2017 quando viene nominato a direttore del tg1 Andrea Montanari (…) Da subito mi sono accorta che mi assegnavano meno servizi e constatavo un cambiamento di atteggiamento nei miei specifici confronti da parte di alcuni dirigenti. In particolare mi si sottraeva la possibilità di scrivere i testi da leggere in onda. Gaudenzi, oltre che a ridurmi di fatto a speaker, ironizzava al termine delle edizioni, su possibili mie incertezze (…) Incontrai allora Adriana Pannettieri, capo servizio al mattino. Mi rivelò che, a suo parere, Montanari voleva una conduzione mattutina per sistemare una persona a lui vicina. La stessa voce mi fu riportata dalla Turco (…) Fu in quel momento che intervenne l'ordine di trasferimento nei confronti di tutta la redazione del Tg1 mattina (…)”.

E ancora:

Dovevamo andare con un collega problematico. Persino la stanza veniva chiamata con il suo nome perché chiunque ne conosceva i problemi (…) Nessuno accettò di lavorarci (…) A me hanno ricordato che avevo l’obbligo (…), altrimenti non avrei ricevuto incarichi. Così è stato. Ho passato intere giornate senza fare nulla, salvo le conduzioni dove mi trovavo sempre più isolata. Piero Damosso indusse una riunione per convincere a lavorare in quella stanza. In quella circostanza Betello mi criticò dicendo che se non avessi ottemperato alla disposizione del Montanari ne avrei pagato le conseguenze. Tale minaccia era rivolta a me (…) In quell’occasione sono emersi altri problemi legati a comportamenti inappropriati sotto ogni aspetto (sospetto dossieraggio nei confronti dei giornalisti della Rai, intercettazione con un avvocato legato alla criminalità organizzata, e anche questioni legati ai suoi atteggiamenti equivoci con le colleghe). Ovviamente si parlò anche delle sue condizioni igieniche che era la punta dell’iceberg. Con l’avvicendamento di Carboni speravo in un cambiamento. La Turco, invece, una volta è stata male. E’ andata in infermeria, dove ha rimproverato Betello della tensione generale e di quanto fatto d'ingiusto nei miei confronti.

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