“Fiore tra i primi alla pompa di benzina dove è stato ammazzato Finizio: ucciso perché sapeva troppo”
L'unica certezza è che quando lo scorso 14 marzo venne ucciso Luigi Finizio, il suo amico Andrea Fiore accorse sul luogo del delitto e portò la polizia in casa della vittima. Questo elemento, secondo la direzione distrettuale antimafia, potrebbe essere il movente dei due omicidi avvenuti a distanza di due settimane l'uno dall'altro.
Il fermo di questa mattina all'alba, che ha riguardato il quarantatreenne Daniele Viti, originario di Veroli in provincia di Frosinone, individuato dalla polizia in un appartamento al Corviale, insieme ad una donna, potrebbe condurre presto al resto della banda, che la notte tra domenica e lunedì, ha fatto irruzione dell'abitazione di Andrea Fiore, uccidendolo con un colpo di pistola al torace.
Nella concitazione di quei drammatici momenti, del più drammatico film poliziesco, la vittima, subito dopo essere stata colpita dal proiettile, ha fatto appena in tempo a chiudere davanti a sé la porta, lasciando fuori il killer e i suoi complici, tra cui Daniele Viti, e a chiamare la polizia prima di morire con il telefono stretto in mano. Quando gli agenti si sono precipitati, in via dei Pisoni 19, hanno trovato l'uscio chiuso a chiave dall'interno, con a poca distanza il corpo di Fiore, steso in un rivolo di sangue.
Tra conferme e smentite di inquirenti e investigatori, appare chiaro che Andrea Fiore era diventato per la criminalità che ha ordinato l'uccisione di Luigi Finizio un testimone scomodo che conosceva bene le dinamiche di quanto avvenuto in via dei Ciceri al distributore di benzina, dove due sicari, hanno ucciso, dopo averlo affiancato in scooter Luigi Finizio, uomo del clan di Michele Senese. Un ricostruzione, che reggerebbe anche il linea temporale con la cadenza degli omicidi avvenuti a poche centinaia di metri l'uno dall'altro.
Sotto la lente della direzione distrettuale antimafia, che indaga sulla scia di delitti avvenuti negli ultimi mesi, anche il delitto di Pietralata, che per alcuni aspetti appare legato a quelli del Quadraro. Le modalità di esecuzione, infatti, che i killer hanno utilizzato per sparare ed uccidere il trentatreenne romeno Roman Stafan Mihai, sono analoghe a quelle messe in atto a Pietralata. In questo contesto, potrebbe collocarsi anche l'omicidio avvenuto il 4 dicembre del 2022, in cui venne ucciso il cameriere di nazionalità romena Adrian Pascu. Il cadavere del trentenne venne trovato nell'androne di un condominio in via Francesco Maria Greco, a Primavalle. Sulla scena del crimine, vennero ritrovati tre bossoli calibro 9. Anche questo omicidio è ancora irrisolto.