Finto regista violenta 13 aspiranti attrici, la denuncia di una vittima: “Ero solo una bambina”
Torna a parlare Lara, una delle giovani adescate con la scusa di diventare attrici e poi finite nella rete di bugie e molestie intrecciata con cura da Claudio Marini, sedicente regista accusato di violenza sessuale a danno di tredici ragazze d'età compresa tra i 20 e i 30 anni avvenute a partire dal 2019. Per Marini, 50enne di Frosinone, come riporta la testata locale Tuscia Web la procura di Roma capitolina ha chiesto una condanna a 9 anni di reclusione e adesso, dopo la sospensione estiva, si attende il verdetto finale.
La denuncia di una vittima
Già nel 2020 Lara, una delle presunte vittime di Marini, aveva trovato la forza per raccontare la sua storia sui social: "Partiii per fare un provino a Fiuggi, però poi mi ritrovai totalmente in un’altra situazione. Quell’uomo con una scusa mi condusse nella sua camera da letto fingendo fosse un ufficio; io mi seppi autodifendere fortunatamente. Eravamo lì, mise l’una contro l’altra tutte le ragazze, dicendo che il nostro comportamento di ribellione era semplicemente una scusa perché non eravamo professionali".
Lo scorso 22 settembre, in attesa di conoscere le decisioni dei giudici, Lara è tornata a dare sfogo alla sua sete di giustizia con un post su Facebook e Instagram:
"Io sono una vittima e finalmente riesco a dirlo a cuore aperto. Ero solo una bambina e lui giocava su questo, sulla mia innocenza su dei sogni, adescare bambine e giovani donne, per dei motivi da porco. Dopo 4 anni ci ritroviamo di nuovo con la stessa storia e finalmente al tribunale noi ragazze riunite a testimoniare contro questa oscenità. Quest’uomo della sua vita ha passato solo un anno in carcere, ha cercato di sviare la legge con molti rinvii e documenti medici”.
Il finto regista e le presunte violenze
Marini era stato arrestato ad agosto 2021 e rimesso in libertà prima della di gennaio 2023, per scadenza dei termini di custodia cautelare. I fatti e le violenze denunciate risalgono al 2019, quando il finto regista diffondeva su internet annunci di casting per film assolutamente inesistenti: "Miele amaro", "Un gioco pericoloso" e altri titoli con cui Marini faceva leva sulla voglia di provare a sfondare nel mondo dello spettacolo delle giovani aspiranti attrici. Un meccanismo ben strutturato con cui l'uomo sarebbe riuscito a adescare e abusare di tredici ragazze tra Roma e Milano, anche nel bel mezzo dell'emergenza Covid, con la promessa che, finito il casting, le riprese sarebbero iniziate una volta terminato il lockdown.