Finge gravidanza e parto per tornare con l’ex: donna di 36 anni a processo per stalking
Ha perseguitato il suo ex per anni con telefonate e appostamenti. Poi avrebbe finto di essere rimasta incinta e di aver partorito per convincerlo a ricominciare una relazione con lei, ma non c'è nessuna prova sull'esistenza del bimbo. La donna, una trentaseienne, finirà a processo per stalking aggravato. L'ex compagno, un uomo di 47 anni, per sfuggire allo stalking aveva cambiato la sua residenza e le sue abitudini, provando a fare di tutto per sentirsi più al sicuro possibile.
Gli episodi di stalking
I fatti risalgono ad un periodo di tempo compreso fra il 2018 e il 2019, quando la donna ha iniziato a perseguitare l'ex, con cui era stata insieme e aveva convissuto a Monteverde prima della fine della relazione, con telefonate e appostamenti: preoccupato di poter trovare la 36enne sotto casa sua, l'uomo ha iniziato ad indossare un casco per fare la strada dal portone all'automobile.
La donna, inoltre, aveva anche finto dei malori per attirare la sua attenzione e indurlo ad allontanarsi dal posto di lavoro per accorrere in suo soccorso, come si legge nell'imputazione riportata da il Messaggero. Una volta avrebbe afferrato sportello e specchietto dell'automobile per fermarlo. Presa conoscenza di tutti questi episodi, il pm ha scritto descrivendo il 47enne come una persona che si trova in un grave e perdurante stato d'ansia e di fondato timore per la propria incolumità tale da indurlo a modificare le proprie abitudini di vita, diradando anche le uscite e prendendo precauzioni per evitare incontri indesiderati con la donna.
Il processo
Le indagini si sono chiuse nell'ottobre del 2020 e dal giugno scorso la possibilità che la donna potesse finire a processo si è sempre fatta più concreta: la prima udienza è stata fissata per il 3 maggio prossimo al tribunale monocratico di Roma. In tutto questo dopo, dopo che la donna gli aveva parlato della gravidanza e del parto, il 47enne non è mai riuscito a vedere il suo presunto figlio. Non ci sono prove sull'esistenza del piccolo: la 36enne si è sempre inventata scuse per non sottoporsi a visite mediche chieste dall'uomo.