Filippino ucciso a Valle Aurelia, il killer: “Mi chiedeva sempre soldi e quello armato era lui”
Non è stata una banale lite finita nel sangue. L'omicidio di Michael Lee Pon potrebbe nascondere qualcosa di più. Secondo il killer, che l'altroieri ha confessato l'uccisione del connazionale alle forze dell'ordine, sarebbe stato proprio il 51enne filippino ucciso a Valle Aurelia a presentarsi armato nei pressi della stazione della metro. L'obiettivo era quello di aggredire Renato Sarabia Peralta, l'omicida, e suo figlio.
Il killer: "Non mi lasciava in pace, voleva sempre soldi"
"Non mi lasciava in pace da qualche mese, voleva sempre soldi, alla fine mi sono rifiutato di darglieli. Io non l’ho mai cercato, è stato lui a trovarmi: si è presentato a Valle Aurelia armato di un punteruolo. Ha aggredito me e mio figlio, mi sono solo difeso. E ho cercato di difendere anche il mio ragazzo. Non so cosa sia successo, abbiamo lottato, lui mi ha colpito alla guancia e alla testa, poi sono riuscito a girare il punteruolo verso di lui. Non volevo ucciderlo, eravamo stati anche amici, lo avevo ospitato a casa quando non sapeva dove andare e come mangiare", ha raccontato Sarabia Peralta per bocca del suo avvocato. Una versione, questa, che adesso dovrà essere verificata dagli investigatori. Per il momento il coltello non è stato ritrovato. Subito dopo l'omicidio, il padre e il figlio sono scappati: "Sono andato via per paura e anche perché non ho il permesso di soggiorno".
La vittima lavorava come badante e aveva precedenti di polizia
Il killer ha precedenti per spaccio e lavora come badante a Roma. La vittima faceva lo stesso lavoro e aveva precedenti di polizia. A Valle Aurelia sarebbe arrivato proprio con l'obiettivo di incontrare Peralta. Ma perché? Un chiarimento? Una richiesta di soldi? Davvero è stato lui a presentarsi armato? Decisive saranno probabilmente le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza della stazione.