Figli del capo gabinetto di Gualtieri ai carabinieri: “Non sapete chi siamo, vi facciamo trasferire”
"Andate a fermare altri, non sapete chi siamo noi e il ruolo di nostro padre al Campidoglio. Se non la smettete vi facciamo trasferire". Queste parole sarebbero state pronunciate dai figli di Albino Ruberti, il capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. I due giovani, di 19 e 17 anni, sono stati fermati ieri sera dai carabinieri ai Parioli, mentre con altri amici si trovavano a bordo della macchina del padre, parcheggiata in strada. Quando i militari hanno chiesto loro i documenti, i due avrebbero reagito molto male, spiegando che il padre era capo di gabinetto del sindaco in Campidoglio, e che avrebbero dovuto fermare altre persone. Non solo: se non l'avessero fatto, li avrebbero ‘fatti trasferire'.
I carabinieri li hanno identificati lo stesso, e nei controlli è emerso che il figlio più grande di Ruberti era stato coinvolto in un episodio simile appena quindici giorni prima. Il ragazzo in quell'occasione si trovava a piazza Euclide con degli amici, quando i carabinieri si sono avvicinati invitando i presenti a rispettare le norme anti-covid e mettere le mascherine. Il 19enne sarebbe stato tra i sei che si sono rifiutati di indossare i dispositivi di protezione individuali e allontanarsi, e così è stato multato. Per provare a evitare la sanzione, il giovane ha detto loro che avevano sbagliato a ‘beccare' proprio chi non dovevano toccare, che non sapevano fare il loro lavoro e che comunque a breve non lo avrebbero più fatto. Raggiunto telefonicamente dall'Agi, Ruberti ha dichiarato che "la sanzione è già stata pagata. Non ero presente, quindi non sono a conoscenza della dinamica esatta dei fatti. In ogni caso ci sono state delle parole fuori luogo. Ritengo che i ragazzi abbiano sbagliato". Ruberti avrebbe duramente rimproverato i figli per il comportamento tenuto con le forze dell'ordine.