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Feto congelato nel freezer di casa a Roma: “Non volevamo fosse smaltito fra i rifiuti”

A scoprire il feto nel congelatore gli agenti della polizia, allertati dai medici a cui si era rivolta una donna dopo l’aborto: indagini in corso.
A cura di Beatrice Tominic
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"Per noi è una sofferenza, non volevamo venisse smaltito fra i rifiuti in ospedale". Queste le parole della coppia che, dopo l'aborto avvenuto la sera prima, ha conservato il feto di circa 20 settimane all'interno del frezeer di casa loro. Ad effettuare la macabra scoperta gli agenti della polizia che hanno denunciato il marito per occultamento di cadavere.

"Per noi è un lutto – hanno dichiarato i due, che lavorano come infermieri all'ospedale di Tor Vergata – Ora passeremo i guai, ma lasciateci soffrire in pace". Stessa richiesta anche da parte dell'avvocato: "Non abbiamo dichiarazioni né chiarimenti. Riusciremo a dire qualcosa soltanto nei prossimi giorni", ha fatto sapere il legale, come riportato da la Repubblica. 

La scoperta del feto nel freezer

Gli agenti sono intervenuti dopo una segnalazione da parte dell'ospedale Casilino dopo che la donna si è presentata al pronto soccorso per una emorragia. Ai medici ha detto di non conoscere l'origine delle perdite, ma poco dopo con una visita ginecologica è apparsa chiara la presenza di un aborto. Da qui la segnalazione agli agenti, che hanno raggiunto l'abitazione dei due.

"Non l'ho ucciso, ho avuto un aborto spontaneo, sono stata male – ha spiegato la donna alla polizia – Qualche giorno fa sono stata in ospedale, avevo dolori atroci, ma mi hanno mandata a casa, senza ricoverarmi".

Il feto nel congelatore

Una volta scoperta la presenza del feto nel freezer, dove sarebbe rimasto per meno di 24 ore, dalla sera precedente all'ora di pranzo, i due hanno provato a giustificarsi. "Non volevamo fosse smaltito come un rifiuto", hanno detto. A partire dalla ventesima settimana c'è la possibilità di richiedere la sepoltura per il feto.

Ora sono in corso le indagini ricostruire quanto accaduto. L'ospedale Casilino, che ha soccorso la donna durante l'emorragia, ha già consegnato il referto medico agli inquirenti, che ora hanno il compito di fare chiarezza.

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