Festa della Liberazione, corteo a Roma per il 25 aprile: l’Anpi contro la guerra
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Come ogni anno, il corteo organizzato dall'Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, della Provincia di Roma, che attraversa i quartieri di Tor Marancia, Garbatella e Ostiense è partito e ha raggiunto Porta San Paolo. "Pace, lavoro, libertà, accoglienza, costituzione", si legge nella locandina dell'evento di quest'anno.
Partite da Largo Bompiani, a sfilare, come ogni anno, sono state le associazioni partigiane e antifasciste italiane, insieme a studenti e lavoratori, che dopo il corteo si sono fermate in piazzale Ostiense per i saluti istituzionali, gli interventi delle associazioni che hanno partecipato e le letture partigiane. Diversamente da quanto previsto, però, il sindaco Roberto Gualtieri non è riuscito ad essere presente per i saluti istituzionali. Per il Comune di Roma è, invece, intervenuto Miguel Gotor che, citando Liliana Segre, ha dichiarato: "É difficile oggi cantare Bella Ciao senza pensare alla resistenza del popolo ucraino."
Il corteo di oggi, fra i canti partigiani e le bandiere, oltre a celebrare il 25 aprile, ha voluto celebrare la pace e ricordare quanto sia importante, ovunque e ogni giorno, ripudiare la guerra. Numerosi, però, anche i cori e i cartelli di dissenso per la posizione della Nato e dell'Italia per quanto riguarda la guerra in Ucraina.
Il discorso del presidente Anpi Provinciale
Il primo ad intervenire una volta arrivati a Porta San Paolo è stato il presidente dell'Anpi provinciale di Roma, Fabrizio De Sanctis che ha voluto ricordare come l'Anpi sia da sempre schierata contro la guerra: "Di fronte ai fatti è grande oggi la commozione per il bagno di sangue in Ucraina. Ci hanno dato degli equidistanti e questo ci ferisce molto. Abbiamo condannato e condanniamo anche oggi l'invasione russa di un Paese sovrano perché riporta l'Europa e il mondo intero sull'orlo del baratro, di una nuova guerra mondiale che sentiamo già invocare senza lucidità da troppe parte. Una guerra che è stato calcolato in tre ore farebbe più morti della seconda guerra mondiale – ha continuato De Sanctis contro la guerra – Per questo chiediamo si fermi la spirale di guerra, si riprendano i negoziati, si arrivi ad una guerra, al cessate il fuoco. Si ritirino le truppe russe, si costruisca un'Europa di pace che garantisca sicurezza a tutti i popoli europei."
Poi, ricordando la lotta partigiana, ha specificato: "Ricordiamo a tutti che il simbolo dei partigiani non è un fucile, un mitragliatore o una pistola. Non è un cannone o un carro armato, ma è un fiore, perché essi combatterono per la fine della guerra mondiale e per la pace."
Il presidio a Largo Argentina
Nel frattempo, dalle 9.30, a Largo Argentina, lato via di San Nicola De’ Cesarini, è stato organizzato un presidio dalle associazioni partigiane e ucraine: è a questa manifestazione che anche Azione e Più Europa hanno deciso di aderire.
"Celebrare la Liberazione è schierarsi con la resitenza di Kiev", hanno scritto in una nota le associazioni che sono scese oggi a piazza Argentina. Qui, fra l'inno d'Italia e Bella Ciao, si è scelto di celebrare la Resistenza, quella italiana di ieri, nella seconda guerra mondiale e quella ucraina di oggi, contro l'invasione russa. "Buon 25 aprile, buona festa della Liberazione a tutti noi – Questa è una manifestazione che unisce, che dice che libertà e resistenza sono sempre da vivere, non solo da celebrare."