Femminicidio Scialdone, secondo l’avvocato di Bonaiuti mancano indizi colpevolezza e premeditazione
Proposta l'istanza di riesame da parte del legale che assiste Costantino Bonaiuti, l'uomo di 61 anni che venerdì scorso ha ucciso a colpi di pistola Martina Scialdone. Secondo i documenti presentati dall'avvocato Taglialatela, mancherebbero gli indizi di colpevolezza a carico del suo assistito e non ci sarebbe premeditazione.
Come già aveva dichiarato non appena uscito da piazzale Clodio, quanto avvenuto venerdì scorso si tratterebbe di un errore: "Questa difesa propende per un tentativo di suicidio di Bonaiuti – scrive il legale – Si tratta di una casualità assoluta". Dalle righe, il legale Taglialatela sembra mettere in discussione le testimonianze rilasciate dal proprietario e dal personale del ristorante Brado e anche dal fratello della vittima: nessuno avrebbe assistito all'esatto momento in cui Bonaiuti ha estratto l'arma.
La mancanza di elementi di colpevolezza
Dopo aver passato in rassegna quanto dichiarato dalle persone che lavorano nel locale, aggiunge: "Il fratello della vittima ha dichiarato di aver visto lo sparo, la mira dell'arma, ma non il momento dell'estrazione – si legge nei documenti per la richiesta del riesame – È questa la circostanza in cui l'imputato ha perso il controllo e la gestione dell'arma, dalla quale è partito il colpo".
Sparo che l'avvocato definisce "non previsto e non prevedibile": l'arma, come appare descritta, sarebbe "particolarmente sensibile ad ogni contatto" e "disgraziatamente non era in sicura, dato che non era utilizzata da tempo e riposta in mezzo alle altre senza dispositivo di sicurezza inserito".
Secondo l'avvocato di Bonaiuti non c'era premeditazione
Secondo quanto riportato dall'avvocato, mancherebbe anche la premeditazione: "Avrebbe potuto farlo lontano da occhi indiscreti e prima, dato che i due hanno passato due ore e mezza insieme dal loro arrivo al ristorante al tragico momento senza che succedesse nulla, seppur con qualche momento di attrito".
Una "macabra commedia" quella che avrebbe scelto di inscenare Costantino Bonaiuti per convincere Martina a tornare insieme e recuperare un "rapporto verosimilmente perduto": avrebbe scelto di "fingere un tentativo di suicidio per impietosire" quella che viene definita come "la persona amata".
In seguito allo sparo, inoltre, non ci sarebbe stato nessun repentino allontanamento: "Si è diretto a casa, perché terrorizzato da quanto accaduto – si legge nei documenti – Abbiamo di fronte un uomo sconvolto dal tragico errore".
Per l'avvocato si tratta di una "misura cautelare eccessiva"
La stessa misura cautelare disposta ai danni di Bonaiuti, secondo l'avvocato Taglialatela, sarebbe eccessiva. "Prima di venerdì scorso, Bonaiuti non si è mai macchiato di alcun reato nel corso della sua vita – si legge – Si consideri ancora come gli istinti suicidiari nella famiglia di Bonaiuti sono purtroppo presenti da anni, dato che nel 1997 le sue sorelle si sono tolte la vita ad un giorno di distanza l'una dall'altra. Da quel giorno Costantino conserva in sé la folle idea del suicidio, attanagliato dalla sindrome depressiva". E, per avvalorare la sua tesi ricorda che Bonaiuti è stato trovato in casa sua, sull'uscio, in procinto di recarsi alla stazione dei carabinieri per riferire quanto accaduto.