Femminicidio Romina Di Cesare, saranno ascoltati i vicini: “Abbiamo sentito gridare, poi silenzio”
Saranno ascoltati in incidente probatorio i due studenti che la notte tra il 2 e il 3 maggio hanno sentito discutere Romina Di Cesare e il suo assassino, l'ex fidanzato Pietro Ialongo. I due ragazzi sono gli unici testimoni di quella notte: mentre erano in casa hanno sentito la voce di una donna che gridava disperata, urla, un litigio violentissimo e poi il nulla. Forse hanno pensato che i due avevano smesso di litigare, ma così non è stato. Pietro Ialongo ha infatti prima provato a strangolare Romina. Non riuscendo a ucciderla in questo modo le ha inferto numerose coltellate, dopodiché è scappato dalla sua abitazione di via del Plebiscito, in pieno centro storico a Frosinone, e si è diretto sul lungomare di Sabaudia, dove è poi stato ritrovato. L'uomo, che ora si trova in carcere a Latina, è accusato di omicidio.
Il femminicidio di Romina Di Cesare a Frosinone
Romina Di Cesare è stata uccisa la notte tra il 2 e il 3 maggio. A dare l'allarme è stato il fidanzato della giovane, che non la sentiva da diverse ore. Un comportamento che lo ha fatto preoccupare e precipitare all'abitazione della 36enne. Quando ha visto che non rispondeva nemmeno al citofono ha chiamato la polizia. Nello stesso momento i carabinieri di Latina hanno trovato Pietro Ialongo che vagava nudo e in stato confusionale sulla spiaggia. Lo hanno portato con loro in caserma, lo hanno rifocillato, e hanno poi scoperto che era legato al femminicidio appena avvenuto a Frosinone. Sembra che non accettasse la nuova relazione di Romina e che volesse tornare insieme a lei. Quando si è reso conto che la ragazza non voleva tornare sui suoi passi, l'ha uccisa a coltellate.