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Martina Scialdone, uccisa dall'ex a Roma

Femminicidio Martina Scialdone, Gualtieri: “Limitare urgentemente il possesso delle armi”

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha preso parola dopo il femminicidio di Martina Scialdone, dicendo che bisogna cominciare a parlare urgentemente della circolazione delle armi e della loro limitazione.
A cura di Natascia Grbic
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Una riflessione sul numero di armi in circolazione e la conseguente necessità di limitarle: questo ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in seguito al femminicidio di Martina Scialdone, l'avvocata di trentacinque anni uccisa sabato sera dall'ex davanti al ristorante Brado al Tuscolano.

"Il brutale assassinio di Martina Scialdone uccisa senza pietà dal suo ex compagno ci sconvolge tutti – le parole del sindaco – Roma si stringe al dolore dei familiari, degli amici, di tutti colleghi di questa giovane brillante avvocata, che nella sua attività professionale si occupava di diritto di famiglia, e anche di violenza di genere. Quella stessa violenza criminale di cui è rimasta vittima innocente, e che è un fenomeno drammatico e preoccupante che va contrastato con tutte le forze, a tutti i livelli, dappertutto".

"A mio avviso a questo dovremmo aggiungere una riflessione sulla necessità di limitare il possesso delle armi, riducendone il numero in circolazione, per aumentare la sicurezza di tutte e di tutti". Gualtieri ha dichiarato che sarebbe "importante creare una rete interistituzionale che coinvolga tutti, dalle procure, alle prefetture, alle istituzioni".

Costantino Bonaiuto, il 61enne che ha ucciso Martina Scialdone, sarà interrogato domattina dal giudice. Oltre all'omicidio volontario il pubblico ministero contesterà anche la premeditazione: l'uomo, infatti, si è presentato alla cena già armato, segno che probabilmente aveva già intenzione di uccidere la donna. I due hanno cominciato a discutere all'interno del ristorante: lei, terrorizzata, si era chiusa in bagno, ma è poi uscita in circostanze che sono ancora da chiarire. Da accertare se sia stata fatta uscire dal personale del locale, o se abbia lasciato il ristorante di sua volontà, pensando che l'uomo si fosse allontanato. I gestori di Brado negano di averla cacciata: hanno dichiarato di aver cercato di aiutarla e di essere disposti a collaborare con gli inquirenti.

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