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Femminicidio Manuela Petrangeli, l’ex di Molinaro: “Un uomo violento, l’avevo denunciato”

Debora Notari è stata la prima persona a cui Gianluca Molinaro ha telefonato dopo aver ucciso Manuela Petrangeli. “A suo tempo lo avevo denunciato per maltrattamenti”.
A cura di Natascia Grbic
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Il killer, Gianluca Molinaro
Il killer, Gianluca Molinaro

"Mi ha telefonato, siamo rimasti in linea per 40 minuti. Ha detto quello che aveva fatto, gli ho detto che doveva costituirsi. A suo tempo lo avevo denunciato per maltrattamenti, non lo sentivo da anni. Non ho chiuso la chiamata fino a quando non mi ha passato un carabiniere". È stata Debora Notari la prima persona a cui Gianluca Molinaro ha confessato il femminicidio di Manuela Petrangeli, la donna uccisa ieri a Roma, fuori la clinica dove lavorava. L'ha chiamata subito dopo aver sparato alla fisioterapista, morta praticamente sul colpo dopo i due proiettili che l'hanno colpita al petto e al braccio. La donna, che adesso si è stretta nel riserbo, ha descritto Molinaro come un uomo violento e irascibile, che già anni addietro aveva causato diversi problemi.  "Sono stati 31 minuti di sangue freddo – spiega la donna – Siamo tutte oppresse da questi femminicidi, queste cose non dovrebbero succedere mai". Molinaro era stato arrestato diversi anni fa proprio dopo la denuncia della sua ex. Dopo due mesi di carcere era uscito per frequentare un corso di recupero.

"Un conto è avere un padre che non paga gli alimenti, un altro è averne uno che è un assassino – ha dichiarato Notari all'Adnkronos – Quando ho sentito il telefono squillare e ho visto che era lui, ho creduto che avesse di nuovo discusso con nostra figlia. Ho risposto e ho capito subito che era ubriaco, infatti biascicava – ha proseguito la donna -. Mi ha detto che aveva sparato, che l’aveva uccisa. Non capivo, non ci volevo credere. Gli ho chiesto dove fosse, ha detto che era in macchina a Selva Candida, che voleva ammazzarsi. Sapevo che non lo avrebbe mai fatto. Così ho fatto quello che avrebbero fatto tutti: gli ho detto di andare dai carabinieri, che tutto si sarebbe risolto, che tanto lo avrebbero preso e che sarei andata a trovarlo con nostra figlia, anche se non lo pensavo. Non so nemmeno come ho fatto a convincerlo, ma ci sono riuscita. L’ho tenuto al telefono per tutto il tempo, fino a quando non è arrivato dai carabinieri e mi ha chiesto ‘Che ci faccio col fucile?'. Voleva portarselo dietro. Gli ho detto di lasciarlo in macchina e ho attaccato solo quando mi ha passato un carabiniere e ho capito che ce l’avevo fatta. Mi tremavano le gambe".

Sul femminicidio indagano i carabinieri. Alla ex aveva detto di avere intenzione di uccidersi ma non l'ha fatto, ed è invece andato a costituirsi. L'uomo non aveva il porto d'armi, sono quindi in corso accertamenti sul fucile usato per sparare: dove lo ha preso, glielo ha dato qualcuno? Interrogativi cui gli investigatori stanno cercando di trovare una risposta.

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