Femminicidio di Sestina Arcuri, la nonna del fidanzato condannato rischia il processo
Sono trascorsi cinque anni dal femminicidio di Maria Sestina Arcuri. La notte tra il 3 e 4 febbraio del 2019 Andrea Landolfi condannato in via definitiva a ventidue anni di carcere, lanciò la ventiseienne di Nocara dalle scale nella villetta della notta in via Papirio Serangeli a Ronciglione, nel Viterbese. Mirella Iezzi, difesa dall'avvocato Guido Giannini, rischia di finire a processo per abbandono di minore, omissione di soccorso e false informazioni al pubblico ministero.
Mirella Iezzi ha cercato di difendere il nipote
Presente al momento del delitto, nei suoi confronti la Procura della Repubblica di Viterbo ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio. Per l'accusa infatti l'anziana avrebbe cercato in tutti i modi di coprire suo nipote, sminuendone le responsabilità con le dichiarzioni rese agli investigatori. L'udienza davanti al gup è stata rinviata a giugno 2024 per un difetto di notifica.
I capi d'imputazione di Mirella Iezzi
I capi d'imputazione formulati nei confronti di Mirella Iezzi si riferiscono al comportamento che ha avuto la notte in cui suo nipote ha lanciato dalle scale la fidanzata davanti ai suoi occhi. Abbandono di minore perché se n'è andata di casa lasciando il figlio minorenne di Andrea Landolfi con suo padre in una situazione di potenziale pericolo, dopo il grave ferimento di Sestina.
Omissione di soccorso perché nonostante la ragazza stesse male, perdendo sangue dall'orecchio, lei se n'è andata, senza chiamare l'ambulanza. False dichiarazioni al pubblico ministero perché ha fornito informazioni sui fatti errate, come ed esempio gli orari e di aver visto "Sestina e Andrea scivolare dalle scale" quando l'autopsia sulle lesioni e traumi della ragazza smentiscono la dinamica del rotolamento, ma confermano la caduta dall'alto.