Femminicidi a Cisterna, nello zaino di Sodano sacchi neri, scotch e manette: “Servono per la pesca”
"Gli oggetti trovati nella sua auto? Servono per la barca, dato che fa attività di pesca". I legali di Christian Sodano, il 27enne che ha ucciso Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, giustificano così il contenuto dello zaino nero che il femminicida aveva portato a casa della sua ex, Desyree Amato. Eppure in quello zaino non c'erano reti, ami, o accessori per la canna da pesca, ma sacchi di plastica maxi formato, guanti, nastro adesivo, manette e manganello telescopico. Tanto che la prima cosa che salta alla mente è più un tentativo di rapimento che una gita fuori porta.
Al ragazzo, per il momento, è contestata l'accusa di duplice omicidio volontario. Sarà adesso la procura a decidere se aggiungere anche la premeditazione. Non gli è invece contestato il tentato omicidio di Desyree Amato, nonostante la ragazza abbia dichiarato di essere stata inseguita per tutta casa da Sodano, che ha sfondato la porta del bagno dove si era rinchiusa e l'ha inseguita fuori in giardino, dal quale lei è poi riuscita a scappare. "Voleva uccidermi", ha dichiarato la 22enne agli investigatori, in stato di shock.
Christian Sodano non ha risposto alle domande del gip Giuseppe Cario, che ha lasciato il carcere di Latina pochi minuti dopo essere arrivato. Si è rifatto alla confessione già resa alle forze dell'ordine al momento dell'arresto: il 27enne ha dichiarato che la sua intenzione era quella di uccidersi, e di aver sparato perché preso dal panico. E che poi avrebbe chiesto all'ex di ucciderlo. Una versione che stride con quanto accaduto: Sodano, dopo aver cercato Amato in giardino, è tornato in casa e ha finito la sorella, che era ancora viva. Poi ha chiamato lo zio, dicendo "ho fatto un casino", e consegnandosi poco dopo agli agenti della Squadra Mobile venuti ad arrestarlo.