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Febbre Dengue

Febbre dengue, cosa fare in caso di sintomi: il vademecum della Regione Lazio

Sono due i casi di febbre dengue nel Lazio: uno d’importazione e un altro autoctono. Si trasmette con la puntura di zanzara e si mostra con sintomi similinfluenzali. Scopriamo quali sono le raccomandazioni e i suggerimenti della Regione Lazio a tal proposito.
A cura di Beatrice Tominic
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Sono due i casi riscontrati nella regione Lazio dallo scorso 18 agosto 2023, entrambi registrati a Roma. Il primo è un caso di importazione: il paziente, cioè, ha contratto la malattia durante un viaggio in Kenya. Il secondo, invece, si tratta di uno autoctono, contratto direttamente nel nostro Paese.

La febbre dengue è causata da quattro virus molto simili fra loro: Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4. Il contagio, per sua natura, non si trasmette da persona a persona, ma dalle zanzare, in particolare dalla zanzara della febbre gialla Aedes aegypti, anche se, come viene precisato dall'Istituto Superiore della Sanità, si sono registrati casi trasmessi dalla zanzara tigre (Aedes albopictu). Appartiene alla famiglie delle arbovirosi, zoonosi causate da virus trasmessi da artropodi, come zecche, flebotomi e, come in questo caso, zanzare.

Nonostante uno dei due casi presenti del Lazio sia stato trasmesso nel nostro Paese, le istituzioni invitano ad evitare allarmismi. Come previsto dal protocollo, nella capitale sono già in corso disinfestazioni straordinarie in diversi quartieri per prevenire ulteriori contagi. E, per i casi sospetti o confermati del virus, la Regione Lazio ha già diffuso delle raccomandazioni da seguire.

Cosa fare se insorgono i sintomi della febbre

Caratterizzata principalmente da febbre acuta, la febbre dengue, è una malattia virale che ogni anno colpisce fino a 400 milioni di persone. Come spiega il centro per l'Epidemiologia per la sanità pubblica dell'Istituto Superiore di Sanità, oltre alla febbre, che raggiunge anche i 40 gradi, però, la persona che ha contratto questa malattia, dopo un periodo di incubazione tra i 5 e i 6 giorni dalla puntura, avverte anche forti mal di testa; dolori attorno e dietro gli occhi; nausea e vomito; dolori intensi ai muscoli e alle articolazioni, ma anche irritazioni della pelle (generalmente possono apparire dopo i primi tre o quattro giorni di febbre).Nei casi più gravi, come precisa l'Istituto Superiore della Sanità, si può sviluppare sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono collassare veri e propri collassi.

I sintomi tipici, però, generalmente sono assenti nei bambini. La diagnosi della malattia generalmente viene effettuata in base ai sintomi, ma è possibile ricercare la presenza di virus o anticorpi specifici nel sangue per maggiore accuratezza. Nella maggior parte dei casi, si guarisce dalla malattia dopo un paio di settimane.

I suggerimenti da seguire messi a disposizione della Regione Lazio sono comuni a tutte le malattie trasmesse dalle punture di zanzara: poiché la maggior parte dei casi è importata dai Paesi più a rischio, la prima raccomandazione è quella di studiare cosa fare prima e durante il viaggio. Nel momento in cui doveste incappare in una sintomatologia simile a quella appena vista, è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio medico o a una struttura ospedaliera segnalando con cura i Paesi visitati.

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Come prevenire la malattia

Come riportato sia dalla Regione Lazio che dall'Istituto Superiore della Sanità, è possibile seguire degli accorgimenti per cercare di prevenire le punture di zanzare infette e, di conseguenza, la malattia. Anche in questo caso, i metodi per prevenire l'infezione sono simili per quasi tutte le tipologie di malattie trasmesse da punture di zanzara, fatta eccezione per casi particolari.

Per prima cosa, nel caso della dengue, è necessario informarsi sui rischi sanitari di ogni Stato e sulle misure per minimizzarli. Una volta raggiunta la meta, è consigliabile indossare vestiti di colore chiaro che non lascino scoperte parti del corpo, come camicie e pantaloni lunghi e, sulle parti che restano scoperte, utilizzare repellenti. Inoltre, è preferibile evitare di utilizzare profumi, creme e dopobarba.

Negli spazi chiusi, invece, il suggerimento è quello di creare un ambiente che possa non essere favorevole alle zanzare grazie all'uso di condizionatori, zanzariere alle porte e alle finestre o sopra il letto e utilizzare spray antizanzare o diffusori di insetticida, ad esempio fornelletti a corrente elettrica o a batteria. Opportuno anche assicurarsi che non siano presenti nelle vicinanze ristagni d'acqua e, come visto negli ultimi giorni, in caso di rischio, che siano garantite disinfestazioni ad hoc.

A differenza di ciò che molti pensano,  le zanzare sono attive tutto il giorno non soltanto nelle ore serali. Anzi, secondo l'Istituto Superiore della Sanità, sono più attive nelle prime del mattino: è particolarmente importante proteggersi fin da quel momento.

Non esistono ancora vaccini per questo virus, anche se sono in fase di sperimentazione. L'aver contratto la dengue, inoltre, protegge la persona infetta soltanto dal virus che l'ha causata, ma non dagli altri tre tipi, come spiega l'Istituto Superiore della Sanità.

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