Fassino e l’accusa di furto al duty free: ammette la colpa e chiede di pagare una multa da 500 euro
La storia che vede il deputato Piero Fassino accusato del furto di un profumo al duty free di Fumicino potrebbe chiudersi oggi con il pagamento di una multa da 500 euro. O, almeno, è ciò che si augurano gli avvocati dell'eurodeputato. La decisione, che spetta al giudice delle indagini preliminari, è attesa in giornata.
La proposta degli avvocati di Fassino
Insomma, quella "trattativa in corso" la cui esistenza è stata spesso smentita, non solo sarebbe reale. Ma si sarebbe evoluta con il passare dei mesi. La proposta del pagamento della multa è arrivata in base all'articolo 162 ter del Codice Penale secondo cui, a fronte del pagamento della metà di una pena massima stabilita, il reato può considerarsi estinto. Come ha spiegato uno degli avvocati che sta seguendo Fassino, Fulvio Gianaria, la scelta è stata dettata dalla volontà di evitare di affrontare "un processo e la sua portata mediatica" soprattutto in questo caso, davanti ad un video che considera "molto equivoco" che sembra come "una dimenticanza".
Il presunto furto al duty free
I fatti sono avvenuti nel mese di maggio scorso, quando secondo i testimoni Fassino avrebbe messo in tasca un profumo di Chanel al duty free dell'aeroporto di Fiumicino e poi si sarebbe avviato verso il gate. Senza pagare. Un'accusa dalla quale l'euro deputato si è sempre difeso. "Volevo comprarlo per mia moglie. Avevo le mani occupate: in una il trolley, nell'altra il telefonino. Non ho ancora tre mani, così l'ho appoggiato sulla tasca del giaccone".
Fassino e i dipendenti del duty free: i presunti precedenti e la lite
Una versione che, però, non sembra aver convinto i dipendenti del duty free che non solo lo hanno bloccato, ma hanno poi fatto riferimento ad alcuni precedenti. "Non è la prima volta, è già successo in almeno due diverse circostanze". L'ultima volta una settimana prima dell'ultima, nota alle cronache. A testimoniarlo almeno sei dipendenti fra cui quelli pronti a bloccarlo con cui sembra sia nata una lite il giorno del presunto furto. Vedendo l'atteggiamento ambiguo di Fassino, uno dei dipendenti avrebbe commentato: "Ancora?". E il deputato del Partito Democratico gli avrebbe risposto in malo modo, facendo scattare il litigio. E, in seguito, la denuncia.