Famiglia di medici si vaccina contro il Covid: “Emozionante farlo insieme, non abbiate paura”
Padre, madre e figlia, famiglia di medici Uscar, che combattono in prima linea l'emergenza nelle unità mobili, si sono vaccinati insieme contro il Covid lo scorso 27 dicembre 2020, giorno in cui è partita la campagna con le prime dosi arrivate all'Istituto di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Intervistati da Fanpage.it, hanno raccontato la loro esperienza con il tanto atteso vaccino, accettando la proposta arrivata dal coordinamento Uscar, per essere inseriti tra i primi cinquanta vaccinati dei medici dell'Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale.
"Emozionante fare il vaccino insieme"
"Sono tornata a casa con la gioia nel cuore dopo il vaccino anche per averlo fatto insieme ai miei genitori, fieri come me, ed è stata veramente una cosa emozionante – spiega entusiasta la più giovane della famiglia Magnatelli – Siamo contenti di averlo fatto prima di tutti, così gli altri possono vedere sulla nostra pelle che non è nulla di preoccupante, né di cui aver paura". Il capofamiglia racconta come insieme alla moglie e alla figlia riescono a gestire la situazione "perché siamo una famiglia, e tutti e tre facciamo i medici, occupandoci sia dello studio che delle Uscar, dandoci il cambio, mentre il terzo fa il jolly per coprire i ‘buchi' mancanti". "Inizialmente avevamo paura, perché i posti in cui andavamo erano veramente abbandonati a se stessi, case di riposo, Rsa, dove la carca virale era alta" spiega la figlia, parlando dei primi mesi dell'emergenza.
"Nessuna paura, chi può si vaccini"
Rispetto al tema dei medici che non vogliono vaccinarsi la moglie pensa che "sono da radiare dall'albo, in quanto vengono meno ai principi fondamentali del giuramento di Ippocrate, che ogni professionista ha fatto nel momento in cui ha intrapreso la strada della professione medica". Quanto agli effetti collaterali "stiamo benissimo – spiega la figlia – non ne abbiamo avuto nessuno, e comunque al massimo si parla di fastidio in sede locale, un dolorino al braccio o mal di testa". Davanti ai dubbi della popolazione che si chiede cosa ci sia dentro, il marito risponde: "Sono decenni sono ormai che facciamo vaccini. Si tratta dell'unica arma che abbiamo per vincere il coronavirus e le alternative sono due: o ci abituiamo a vivere nel modo in cui stiamo vivendo ora per i prossimi dieci anni, oppure ci vacciniamo e non basta farlo in pochi, perché altrimenti l'immunità di gregge non si raggiunge".
Di Alessia Rabbai e Simona Berterame