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Falso allarme bomba in quattro scuole di Roma: in migliaia tra studenti e docenti evacuati

Mattinata di lavoro per gli artificieri, che hanno bonificato 4 scuole internazionali di Roma. A tutte è arrivata una email di minacce: “Centomila dollari o facciamo esplodere tutto”.
A cura di Alessia Rabbai
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Stephen's School di via Aventina
Stephen's School di via Aventina

Sono quattro le scuole evacuate a Roma stamattina 4 aprile, per falso allarme bomba. L'istituto Marymount di via di Villa Lauchli a Vigna Clara, la St. Stephen's School di via Aventina in Centro Storico, la The New School Rome di via della Camilluccia e la St. George's British International School di via del Cenacolo a Roma Nord. Migliaia le persone evacuate tra studenti, docenti e personale scolastico.

Ciò che ha fatto scattare l'allerta in tutti e quattro i casi è stata una email arrivata nella casella di posta elettronica di quattro scuole internazionali di Roma: "Consegnateci 100 mila dollari in bitcoin o facciamo esplodere l'istituto". Un allarme rivelatosi infondato, ma ha richiesto la mobilitazione degli artificieri, che hanno bonificato gli edifici scolastici con i cani antiesplosivi. L'autore o gli autori delle email rischiano di essere accusati di procurato allarme.

Bonificate 4 scuole, nessuna traccia di esplosivo

Le email con gli allarmi bomba sono arrivate a partire dalle ore 8.33. In un primo momento è stata resa nota la notizia dell'allarme bomba solo in una scuola, la Marymount di Vigna Clara. Successivamente è stato reso noto che le scuole a cui è arrivata la email minatoria sono in realtà quattro. Minacce di far esplodere le scuole che hanno richiesto l'attuazione delle procedure di sicurezza.

Uno dei quattro istituti scolastici è già chiuso per le festività pasquali, mentre gli altri tre sono stati evacuati in per precauzione e le vie in cui si trovano sono state temporaneamente chiuse al traffico di pedoni e veicoli. Non è stata però trovata alcuna traccia di esplosivo. Terminate le verifiche, studenti e personale scolastico sono tronati a casa. Sulla vicenda indaga la Polizia di Stato, che è sulle tracce dei resposabili. I poliziotti dovranno cercare di risalire all'identità di chi ha inviato le email.

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