Facevano benzina alle loro auto con la carta aziendale: accusati 5 dipendenti Ama
Si recavano a fare rifornimento di benzina con le proprie auto, ma al momento di pagare estraevano la carta di credito aziendale destinata al pieno dei mezzi Ama. Secondo quanto emerso dalle indagini, così sarebbero stati sottratti in maniera illecita più di 9mila euro di carburante: sono cinque i dipendenti finiti nel mirino degli inquirenti, impegnati in una più ampia inchiesta che ha permesso di portare alla luce un radicato sistema di inganni e sottrazioni illecite. Già lo scorso dicembre erano scattate le manette per 7 persone.
Il quadro che emerge dall'indagine portata avanti dal nucleo di polizia economica della guardia di finanza e dal pool del procuratore Carlo Vannini mostra un sistema di illeciti che andava avanti da anni: tra il 2017 e il 2020 alcuni dipendenti avrebbero usato agevolazioni aziendali per non pagare i rifornimenti dei propri mezzi privati, sottraendo così benzina ai mezzi Ama. I cinque, solo gli ultimi a essere scoperti, sono ora accusati di peculato e di indebito utilizzo di carte di credito.
Le incongruenze nei rifornimenti
Secondo il regolamento, i dipendenti Ama devono fare rifornimento ai mezzi con i quali operano con la carta aziendale. Ognuno si occupa di mettere benzina al veicolo, e solo a quello, con il quale sta lavorando quello specifico giorno. Eppure, sono numerose le incongruenze rilevate dagli inquirenti: dalle ricostruzioni emerge che non solo venivano effettuati molteplici rifornimenti a testa, anche a pochi minuti di distanza l'uno dall'altro, ma anche che questi venivano fatti a mezzi temporaneamente non su strada, non operativi a causa di guasti o perché in fase di riparazione o manutenzione. Non solo: nel corso di questi anni sarebbe capitato diverse volte che i dipendenti in questione avessero denunciato lo smarrimento della carta carburante.
I cinque sono accusati di peculato e di indebito utilizzo di carte di credito; la giudice per le indagini preliminari Marina Finiti ha inoltre disposto il sequestro della cifra di denaro corrispondente al reato ascritto a ognuno di loro.