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Fabrizio Marrazzo denuncia aggressione omofoba: “Non possono restare impuniti o faranno di peggio”

Insultato e aggredito fisicamente: la denuncia di Fabrizio Marrazzo arriva sui social. “Sono giovani e hanno tutto il tempo di recuperare – spiega poi a Fanpage.it – Ma devono capire di aver sbagliato”.
A cura di Beatrice Tominic
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Fabrizio Marrazzo nel video pubblicato sui social.
Fabrizio Marrazzo nel video pubblicato sui social.

Lo ha visto mentre faceva la pipì sul muro Rainbow della comunità LGBT+, così lo ha ripreso. Ed è stato aggredito. "Froc*o di merda", gli ha urlato contro insieme ad un amico che si trovava con lui. A subire questa aggressione omofoba davanti al muro arcobaleno di Roma Fabrizio Marrazzo, leader del Partito Gay, che ha deciso di raccontare l'accaduto pubblicamente.

"L'ho visto. Gli ho chiesto cosa stesse facendo, con un po' di stupore. E lui e il suo amico, avranno avuto una ventina di anni, non di più, mi hanno aggredito. Prima mi hanno insultato e minacciato, poi sono passati ad aggredirmi fisicamente. Mi sono sentito a rischio", questo il racconto di Fabrizio Marrazzo. "Mi ha colpito la giovane età e lo stato sociale – sottolinea poi a Fanpage.it –  Avevano una macchina nuova costosa ed erano ben vestiti. Ma vedere ragazzi di vent'anni, forse meno, con quell’odio e quella violenza è aberrante".

L'aggressione davanti al muro Rainbow

"Dopo l'aggressione fisica, sono scappato – continua a spiegare – Ma mi hanno inseguito e hanno continuato a minacciarmi. Sono riuscito a fermarli solo dicendogli che avevo ripreso la targa ed erano in diretta sui social". Così i due, per paura di essere riconosciuti e di finire online, probabilmente, si sono dati alla fuga.

Poi ha immediatamente sporto denuncia alla polizia. "Ho avuto la forza di denunciare, perché sono dichiarato, ma molti non hanno questa possibilità, magari perché in famiglia non lo sanno o sul posto di lavoro e restano vittime silenti – continua – Fatti come questi sono all'ordine del giorno, noi tutti dobbiamo fermare l'omobitransfobia con le parole e con le azioni, ma è il Governo che si deve assumere questa responsabilità".

Il racconto: "Erano giovani e carichi di odio"

"Mi ha colpito che fossero così giovani e, contemporaneamente, così carichi di odio – continua a Fanpage.it – Se potessi dire loro qualcosa, suggerirei di costituirsi, anche perché ormai uno è identificato e per l’altro è questione di poco, ma soprattutto capire i reati che hanno commesso. Devono capire che nessuno è padrone della città e che il loro comportamento è sbagliato, ma al tempo stesso di fare un percorso per superare quell’odio che scaturiva dai loro volti con le urla".

Un pensiero va alle loro famiglie: "Mi auguro che facciano capire ai ragazzi che hanno sbagliato, sono così giovani che hanno tutto il tempo di recuperare. La mia denuncia deve servire per farli riflettere che non possono comportarsi così, altrimenti il rischio è che, se restano impuniti, la prossima volta possano fare pure di peggio. Io essendo esperto di questi episodi, dopo 20 anni di assistenza alle vittime, ho subito fotografato la targa ed inviata a conoscenti per avvisarli e dicendogli che li stavo riprendendo in diretta li ho allontanati, se non avessi avuto questa prontezza non so come sarebbe finita".

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