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Fabrizio Barca: “Per cambiare Roma non basteranno bravi tecnici, serve un forte impulso politico”

Fabrizio Barca, ex ministro ed economista, è impegnato da alcuni anni con il Forum Disuguaglianze Diversità. Insieme abbiamo parlato di Roma e delle sfide che attendono la nuova maggioranza e il sindaco Roberto Gualtieri: “Roma è uno di quei casi in cui vale il ragionamento per cui sappiamo cosa andrebbe fatto, il punto è volerlo fare è riuscire a farlo”.
A cura di Valerio Renzi
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Fabrizio Barca – ex ministro ed economista – è impegnato ormai da alcuni anni nel  Forum Disuguaglianze e Diversità, con l'obiettivo di fornire alla politica e alla società civile soluzioni e proposte concrete per realizzare una società più giusta e più equa. Un lavoro importante che vede come protagonisti giovani ricercatori e che vede nell'azione pubblica e nel suo rafforzamento e innovazione, non il male ma la soluzione.

Insieme abbiamo parlato delle sfide che attendono il nuovo sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la maggioranza progressista che lo sostiene, a cominciare proprio da un'evidenza che la pandemia ha reso ancora più drammatica: la capitale è una città drammaticamente diseguale, dove le disuguaglianze sociali sono aggravate da un sistema di trasporto pubblico al collasso, dall'isolamento e dalla mancanza di servizi in troppe periferie, da un mercato della casa che esclude migliaia di persone, da politiche sociali spesso inadeguate ai bisogni nonostante i generosi sforzi di chi è in prima linea.

Per Barca "Roma è uno di quei casi in cui vale all'ennesima potenza il ragionamento per cui sappiamo cosa andrebbe fatto, il punto è volerlo fare è riuscire a farlo". Il riferimento è alla grande quantità di studi, analisi e proposte fiorite in questi anni come risposta alla crisi della città, a cominciare "dal lavoro di Walter Tocci e dell'associazione Roma Ricerca Roma che raccoglie studiosi ed esperti, dal manifesto dell'Associazione POP di Marta Bonafoni alle Mappe delle Disuguaglianze ormai uno strumento autorevole e indispensabile".

Alcune cose le mette in fila l'economista che crede nella giustizia sociale, più che consigli precondizioni per cambiare le cose. Prima di tutto "valorizzare il livello legislativo", "ridare un ruolo al consiglio comunale, dove ci sono persone elette in particolare a sinistra che sono dei rappresentanti, e portano istanze e bisogni di chi li ha votati". Poi mettere mani nella macchina amministrativa: "C'è poi un 10-15% del personale del comune di Roma che deve essere rinnovato, servono concorsi fatti appositamente e di alto livello. Come mostrano le proposte del Forum DD, ci vogliono prima di tutto stra-chiarezza sui fabbisogni e prove pratiche. Dobbiamo dare modo a tanti giovani romani preparati di dare il loro contributo a cambiare la città mettendo il loro sapere a disposizione dell'amministrazione".

C'è poi una terza questione forse la più discussa in questi anni e che mette d'accordo tutti da destra a sinistra: la riforma della governance di Roma Capitale, rivedere l'architettura istituzionale città. Delle tante ricette Barca propone quella del già citato ex assessore e vicesindaco Tocci: "Serve trasferire i poteri con un doppio movimento verso l'alto e verso il basso, da una parte guardando a tutto il territorio della Città Metropolitana per quella che ormai è a tutti gli effetti una città – regione, dall'altra parte verso il basso dando più poteri ai municipi, e rivitalizzando la dimensione di quartiere, quelle 150 aree urbanistiche di Roma che è il livello in cui i cittadini possono intervenire direttamente".

Alle ultime elezioni Barca ha scelto di sostenere la lista Roma Futura, perché a suo dire "ha messo al centro i contenuti e in base a questi scelto i candidati". Perché per cambiare Roma "certo che servono buoni tecnici, ma prima di tutto servono una visione e un forte impulso politico perché c'è bisogno di convincere le persone che cambiare è possibile".

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