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backstair / Gioventù Meloniana: inchiesta su giovani di FdI

Fabio Rampelli condanna i giovani di Meloni, ma fa il presente tra i saluti romani

Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli è in prima fila in questi giorni nel condannare i “fascistelli” (parole sue) raccontati dall’inchiesta Gioventù Meloniana di Fanpage.it. Ma in questi anni è stato il più attivo nel coltivare i momenti comunitari come il rito del “presente” e i rapporti con l’estrema destra, come documenta un video del 2019 pervenuto alla nostra redazione e non solo. Si scorda poi che braccia tese e slogan neofascisti avvengono proprio nella sezione di Colle Oppio punto di riferimento della sua area in Fratelli d’Italia.
A cura di Valerio Renzi
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Non è un buon momento per Fabio Rampelli dentro Fratelli d'Italia. La sua è l'unica vera "corrente" (i Gabbiani) dentro un partito che ufficialmente non ha correnti. Dopo aver fatto un passo indietro evitando di andare alla conta nel congresso romano, ritirando il suo candidato Massimo Milani, contava almeno sull'ingresso di Stefano Tozzi all'Europarlamento. Ma il candidato sostenuto da Colle Oppio non ce l'ha fatta, secondo i ben informati perché Lollobrigida non avrebbe rispettato i patti, e così FdI non ha eletto nella circoscrizione centro nessun romano.

Non è un mistero che Rampelli vuole la candidatura a sindaco di Roma. Ha già dovuto fare un passo indietro di fronte alla disastrosa operazione di Michetti orchestrata da Arianna Meloni e Francesco Lollobrigida, ora non vuole più sentire ragioni. Così, di fronte alle immagini dell'inchiesta di Fanpage.it il vicepresidente della Camera ha preso la palla al balzo, rilasciando due lunghe interviste, una a la Repubblica l'altra al Corriere della Sera dove si presenta come il padre nobile del partito, che fin dagli anni Ottanta ha combattuto contro l'estremismo e il razzismo, traghettando i giovani militanti missini in altri lidi.

Ecco alcune delle dichiarazioni Fabio Rampelli a Repubblica:

Avevo in mente una destra lontana anni luce da quella caricaturale di alcuni ambienti estremisti che la zavorravano. Io venivo dal Movimento studentesco. E nei licei occorreva saper rispondere nelle assemblee d’istituto alle accuse che la sinistra ci scaraventava. Occorreva studiare. Questo mi ha dato la carica nel tentare di rivoluzionare l’allora Fronte della Gioventù e non sono stato solo. Abbiamo modernizzato la destra, anticipato la svolta di Fiuggi.

Di certo non sono mai stati esternati in pubblico, altrimenti i protagonisti sarebbero stati invitati a recarsi altrove. Noi li abbiamo scoperti ora e stiamo agendo mettendo alla porta gli artefici di quelle inaccettabili intemperanze. Sono entrati nel partito sbagliato, ce ne sono certamente altri più in sintonia con il loro estremismo becero. Noi non siamo mai stati razzisti né antisemiti. Ricordo che consegnammo una lettera al Rabbino capo Toaff alla Sapienza nel ‘90 denunciando l’orrore delle leggi razziali. E la nomenclatura all’epoca era più affine a Predappio che a Gerusalemme. È questa la genesi di Fratelli d’Italia

E al Corriere quasi identiche:


A guardare quelle immagini sembra proprio di si. Una doppia morale pericolosa e inaccettabile. Preferisco quelli della mia generazione, dicevano quello che pensavano e cercavano di portare la destra nel girone dell’estremismo, alla luce del sole. Quando persero la partita cercarono altri movimenti dove il neofascismo fosse palpabile, capendo che da noi quella storia era finita. Game over.

Il razzismo è il frutto marcio dell’omologazione e noi valorizziamo le identità. Questa destra si è formata nei centri estivi per bambini, nelle notti in tenda con gli immigrati aggrediti dai naziskin, a distribuire coperte e difendere il Centro Aids di Don Di Liegro dagli assalti dei comitati della Roma bene guidati da esponenti Msi. È rispettata per questo. Nessuno la riporterà indietro.

Ma quale utopia? La pulizia è nei fatti. Di questi ragazzi non mi spaventa solo il doppio gioco (davanti meloniani nell’ombra fascistelli) ma l’assenza di amore. Vale anche a sinistra. Dobbiamo insegnare loro che le idee se non sono accompagnate dal rispetto e dall’amore sono ‘monnezza’.

È che a ben vedere questa presa di distanza dai "fascistelli" e dall'estremismo sembra essere decisamente lontana dalla realtà alla luce dei fatti da parte di Fabio Rampelli. Ma andiamo con ordine mostrando foto e video che raccontano una realtà un po' diversa.

"Presente" per Di Nella: Rampelli tra i saluti romani nel 2019

Il primo è un filmato del 2019, è pervenuto alla nostra redazione alcuni giorni dopo la prima puntata dell'inchiesta. È girato la sera del 9 febbraio del 2019 a viale Libia, giorno del "presente" in onore di Paolo Di Nella, militante del Fronte della Gioventù morto il 9 febbraio del 1983 dopo sette giorni di coma a seguito dei colpi ricevuti dai "rossi" durante un'affissione.

Nel breve documento si vedono i camerati disporsi in fila e poi fare il "presente". Tra di loro, l'unico che non alza il braccio per il saluto romano, è facilmente distinguibile Rampelli. Se non alza il braccio per ragioni di opportunità non sembra per nulla a disagio nel picchetto e nel rito del presente, come testimonia il video.

Gioventù Meloniana e Colle Oppio

D'altronde proprio nella storica sede del Movimento Sociale Italiano di Colle Oppio, di cui Rampelli è il custode e a cui la sua area fa riferimento da sempre,inizia l'avventura della nostra giornalista infiltrata nel "dietro le quinte" della militanza in Gioventù Nazionale. Un concerto dove non si possono fare foto e video perché quello che accade all'interno, tra slogan neofascisti e le solite braccia tese, non può uscire.

Rampelli a braccetto con l'estrema destra a Acca Larentia

Per vedere come Rampelli non ha mai smesso di coltivare i rapporti con la destra più radicale, e di farsi custode dei momenti comunitari e della memoria dei caduti degli anni Settanta, basta vedere quello che è accaduto lo scorso 7 gennaio nell'anniversario della strage di Acca Larentia. Prima del "presente" gestito da CasaPound la mattina sfilano davanti alla sede all'Appio Latino anche molti militanti di Fratelli d'Italia. A fare il "presente" con tanto di saluto romano, sotto l'occhio vigile di Fabio Rampelli e di altri esponenti della sua area (si distingue ad esempio Andrea De Priamo in questo video), ci sono i "vecchi" militanti di Colle Oppio che con una bandiera con il simbolo della sezione si mettono in riga per omaggiare i caduti.

Una presenza la mattina quella dei Gabbiani concertata con CasaPound e gli altri gruppi dell'estrema destra, tanto da vedere i due manifesti, quello affisso dalla destra neofascista e quello dei rampelliani, affissi vicini.

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I giovani Gabbiani e il network degli identitari

A margine dell'inchiesta Gioventù Meloniana che mette al centro Gioventù Nazionale, abbiamo anche raccontato come l'organizzazione studentesca del partito Azione Studentesca, sia stata egemonizzata dall'estrema destra degli identitari, a cui anche i giovani rampelliani fanno riferimento tra Colle Oppio e la storica sede di via Sommacampagna, dove "vola" non a caso un gabbiano.

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Giorgia Meloni, Fabio Rampelli e Colle Oppio

Giorgia Meloni ai suoi esordi in politica, giovanissima promessa della destra italiana, leader prima di Azione Studentesca e poi di Azione Giovani, è stata considerata una "rampelliana". Tutta la cosiddetta Generazione Atreju ha avuto come punto di riferimento la sezione di Colle Oppio, e non è un caso che proprio a Colle Oppio sia nata la manifestazione che oggi è il più importante appuntamento politico della destra italiana.

E per capire quanto quell'ambiente non fosse così lontano da quello di Gioventù Nazionale oggi, basta pensare al fatto che i gruppi che suonano nei momenti "comunitari" sono sempre gli stessi, a cominciare dagli Aurora (che a Meloni dedicarono una canzone "goliardica") che ascoltiamo nella nostra inchiesta, fino alle canzoni dei 270 bis di Marcello De Angelis.

Un fermo immagine vale più di tante parole. È il 1996 e il canale televisivo francese Soir 3 fa un servizio sulla destra di Gianfranco Fini. I giornalisti seguono proprio Giorgia Meloni in una giornata di campagna elettorale.  E nel famoso servizio dove la futura premier definisce Benito Mussolini "un buon politico", si fa tappa anche nella sede sezione di via Guendalina Borghese alla Garbatella. Qui, affisso su un muro, tra i manifesti dei Gabbiani per Acca Larentia anche un poster di Benito Mussolini "Uomo di popolo".

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