Fabio morto schiacciato dall’ascensore della Farnesina: scatta l’interdittiva per il titolare della ditta
È scattata un'interdittiva di sei mesi per il titolare della ditta che si è occupata dei lavori alla Farnesina lo scorso aprile quando il giovane operaio Fabio Palotti è morto schiacciato da un ascensore. La misura nei confronti del titolare è stata eseguita dai carabinieri su richiesta della Procura di Roma: l'azienda, in regime di subappalto, era incaricata della manutenzione degli ascensori all'interno della Farnesina. Ora l'uomo è indagato per omicidio colposo.
Trovato morto la mattina successiva
Intanto continuano le indagini sulla morte di Fabio Palotti. Si sta cercando di fare luce su quanto accaduto: per ora tra le ipotesi quella che il corpo del 39enne sia stato trovato la mattina successiva la sua morte, avvenuta molto probabilmente la sera prima. Uno dei suoi colleghi si era insospettito perché aveva visto la macchina di Palotti nel parcheggio, anche se non era in turno. La famiglia inoltre la sera prima non si era preoccupata non vedendolo tronare a casa: "Quel giorno avevano avuto un piccolo diverbio e quindi poteva starci che quella sera volesse stare da solo e passare la notte dai genitori. L'indomani la moglie ha chiamato i genitori per sapere se avessero notizie del marito. I genitori erano stati contattati da un collega". La Procura sta indagando per omicidio colposo. Mentre sull'ascensore si sta svolgendo una perizia.
Palotti è morto per schiacciamento
Nel corso delle indagini si è cercato di ricostruire quanto accaduto a Palotti: certo è che l'operaio ha cercato di salvarsi. Il 39enne avrebbe provato a rannicchiarsi in un'intercapedine: uno spazio molto stretto, che non gli è stato d'aiuto. Inoltre i medici legali hanno dimostrato che il 39enne non è morto a causa di una caduta nel vano ascensore, come riscontrato da un primo esame del medico legale, ed è probabile che sia deceduto per schiacciamento.