Expo 2030: mentre continua la sfida con Riad, Riyadh Season diventa il nuovo sponsor della Roma
Addio SPQR, da oggi l'A.S. Roma parla arabo. Il motto per eccellenza della romanità cede il posto al logo di Riyadh Season: uno dei più importanti eventi mondiali di intrattenimento è diventato il nuovo main sponsor dell'A.S. Roma con un contratto biennale da 25 miloni di euro che continua a tenere accesi i riflettori sulla sfida Italia – Arabia Saudita, entrambe in corsa per l'assegnazione di Expo 2030.
Mercoledì 4 ottobre la firma dell'intesa che sembra far contenti proprio tutti: in vista delle due amichevoli che attendono la Roma proprio in terra Saudita, previste dalla partnership, la general manager del Club giallorosso, Lina Souloukou, ha detto: "Non vediamo l'ora di sperimentare in prima persona la passione che questo Paese ha per il calcio". Sorride anche Turki Alalshikh, presidente della General entertainment authority dell'Arabia Saudita: "Il recente successo della Roma in Europa rende il far parte di questo famoso Club un momento emozionante e non vediamo l'ora di vedere cosa si potrà realizzare nei prossimi anni insieme".
Roma e Riad, ancora una volta
Per quanto slegato dalla corsa a Expo 2030, l'accordo di sponsorizzazione del club capitolino con una grande realtà saudita aggiunge un altro tassello a un puzzle già molto complesso, strettamente legato all'assegnazione dell'Esposizione Universale per la quale la Roma è in lotta proprio con la Riad, oltre che alla coreana Busan.
Una grande opportunità per la Capitale: il tema proposto la kermesse in programma dal primo maggio al 31 ottobre 2030 è "Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione". Una sfida sicuramente alla portata di Roma ma che, dati alla mano, sembra non essere stata affrontata sempre nella maniera giusta: lo dimostra la scelta, piuttosto singolare, di ospitare dal 25 al 29 settembre il Saudi Village a Villa Borghese, "un'occasione unica per immergersi nei colori, le tradizioni e i sapori dell'Arabia Saudita". Insomma, perché Roma avrebbe dovuto fare da sfondo alle eccellenze di una sua diretta concorrente a Expo 2030?
Riccardo Noury: dall'Arabia una "strategia di marketing aggressiva"
Oltre al calcio e all'opportunità di essere la capitale del Mondo tra meno di sette anni, il coinvolgimento dell'Arabia Saudita negli eventi sportivi e non solo, sta generando aspre polemiche in relazione al tema dei diritti umani.
Intervenuto ai microfoni di Fanpage.it proprio in occasione del Saudi Village di settembre a Roma, il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha espresso tutta la sua preoccupazione riguardo a questi grandi eventi: "Anche il Saudi Village fa parte della strategia di marketing aggressiva di politica estera dell'Arabia Saudita, che mostra solo il lato che le conviene, nascondendo la situazione tragica sul piano dei diritti".
"Stiamo parlando di un Paese dove le persone vengono impiccate ogni giorno, dove gli utenti di Twitter sono condannati a morte e le utenti, invece, a decine di anni carcere soltanto perché hanno osato parlare dei diritti delle donne nei loro post", ha stigmatizzato Noury, che ha poi concluso l'intervista sottolineando "il rischio che la candidatura di Roma perda nei confronti di Riad".
Accordi commerciali, sponsorizzazioni e eventi internazionali sono davvero in grado di adombrare l'immagine della Città Eterna agli occhi del mondo? Quel che è certo, è che la lunga partita tra Italia e Arabia Saudita non è affatto terminata, anzi sembra essere appena cominciata!