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EURO 2020, azione di Non Una di Meno durante Italia vs Turchia: “Erdogan nemico delle donne”

Le attiviste di Non Una di Meno hanno esposto uno striscione al Colosseo per ricordare il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e lanciare la mobilitazione internazionale prevista il primo luglio. “L’entusiasmo per un evento sportivo atteso e di nuovo con il pubblico presente negli stadi non cancella le responsabilità turche nell’attacco alla Convenzione di Istanbul e alla violazione sistematica dei diritti umani”.
A cura di Natascia Grbic
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"Istanbul Convention saves lives – questa partita si gioca sui nostri corpi". Così recita lo striscione calato dal ponte di via degli Annibaldi, di fronte al Colosseo. La data scelta non è casuale: stasera, infatti, si gioca la prima partita degli Europei di calcio tra Italia e Turchia. Ed è proprio il Paese di Erdogan che, il 26 marzo, ha deciso di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, uno degli strumenti più importanti a livello internazionale per contrastare la violenza contro le donne.

"È il primo trattato internazionale giuridicamente vincolate per gli stati che l'hanno ratificato: per questo motivo è un documento scomodo – scrive Non Una di Meno Roma in un comunicato – I partiti ultra conservatori in Europa dell'Est accusano il testo normativo di indebolire la famiglia tradizionale, di incrementare i divorzi e di favorire le rivendicazione delle comunità LGBT. Una strumentalizzazione ideologica per nascondere un dato sempre più evidente, ossia che l'unità famigliare spesso si basa sulla violenza e sulla sottomissione delle donne. La Convenzione richiede agli stati di intervenire contemporaneamente sulle cosiddette 4 ‘P': protezione delle vittime, procedimento contro i colpevoli, prevenzione e politiche integrate. Al di là dei paesi che minacciano il proprio ritiro dalla Convenzione, è grave anche la situazione di quei paesi che, pur avendo ratificato il trattato, non lo stanno rendendo pienamente attuativo, come accade in Italia".

La Polonia, Stato che ricordiamo non riconosce alla donna nemmeno il diritto all'aborto, ha dichiarato di voler scrivere una Convenzione alternativa a quella di Istanbul, che non abbia come perno il contrasto alla violenza di genere (soprattutto quella domestica) ma che abbia come perno la famiglia. Per Erdogan, la Convenzione di Istanbul sarebbe "il tentativo di un gruppo di persone di normalizzare l’omosessualità, cosa incompatibile con i valori sociali e familiari della Turchia". Il primo luglio, data definitiva di fuoriuscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, sono state lanciate manifestazioni in moltissime città d'Europa.

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