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Esercitazioni militari a Sabaudia: “Sfregio alla natura, danni ambientali gravissimi per il Parco”

Non si placano le polemiche relative alle esercitazioni militari che dovrebbero tenersi da ottobre a dicembre nell’area dei Pantani d’Inferno (Parco Nazionale del Circeo). Oltre alle questioni economiche: la presenza di un poligono di tiro è compatibile con un ambiente naturale protetto?
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Continua a tener banco la questione delle esercitazioni militari a Sabaudia. “È un ulteriore sfregio alla natura. Il fatto che queste esercitazioni avvengano nelle zone del Parco Nazionale del Circeo è ancora più assurdo: l’impatto sarà devastante”. Questa la posizione dell’associazione WWF Litorale Laziale che si schiera al fianco dei già numerosi enti e istituzioni che in queste ultime settimane hanno duramente criticato la scelta di organizzare esercitazioni militari nell’area protetta dei Pantani d’Inferno.

Le vicissitudini delle esercitazioni militari sul litorale

Una prima esercitazione di questo tipo era stata fissata già per lo scorso mese di maggio: sei giorni di allenamento specifico con le bombe a mano, riservato al 235° reggimento addestrativo volontari “ Piceno”. Ma questa attività aveva incontrato la netta opposizione dell’Ente Parco Nazionale del Circeo: dopo un lungo scambio di battute che ha visto coinvolti anche la Regione e il Ministero della Difesa, tirate direttamente in ballo con una lettera dal presidente del Parco, Giuseppe Marzano, questa prima esercitazione era stata annullata. O forse solo rimandata.

Infatti, passata appena una manciata di mesi ci si ritrova al punto di partenza: questa volta si parla delle esercitazioni militari nell’area dei Pantani d’Inferno, sempre all’interno del Parco, previste per i mesi da settembre a dicembre.

Questa soluzione ha del paradossale da molteplici punti di vista. Almeno due i più evidenti: in primo luogo, una questione economica. Inizialmente, infatti, l’inizio delle esercitazioni fissato per settembre avrebbe accorciato di un mese la stagione balneare, comportando ingenti perdite per tutte le attività, locali e albergatori che fanno del turismo la loro fonte di reddito.

Per quanto riguarda la prospettiva economica, però, la faccenda è stata già parzialmente risolta: dopo le accese polemiche dei giorni scorsi, il sindaco di Sabaudia, Alberto Mosca, ha assicurato che le esercitazioni militari non cominceranno più a settembre, ma il mese seguente. Le attività nel poligono sono quindi previste per i mesi da ottobre a dicembre.

La stagione balneare sarà pur salva, ma emerge ora la seconda, paradossale questione: come può un’area protetta come quella del Parco Nazionale del Circeo, una delle più antiche aree naturali tutelate d’Italia, ospitare attività così invasive e altamente impattanti come le esercitazioni militari previste?

L’eterno dibattito sulla questione ambientale

La questione è tutt’altro che risolta. “Queste esercitazioni sono incompatibili con un’area protetta come la nostra, è uno scempio”, il parere nettamente contrario del WWF Litorale Laziale.

“Non si può considerare solo la prospettiva economica, che comunque rappresenterebbe un problema non indifferente – continua un portavoce dell’Associazione – Si deve tenere conto del danno all’ambiente naturale. Sono numerosi gli habitat che nei decenni si sono sviluppati all’interno del Parco: l’impatto di queste esercitazioni sarebbe devastante e potrebbe dare il colpo di grazia alla biodiversità che cerchiamo quotidianamente di difendere”.

È folta la lista di enti e associazioni, nonché di esponenti politici e delle istituzioni, che si schierano compatti per chiedere l’annullamento delle esercitazioni militari lungo il tratto di litorale tirrenico compreso tra Anzio e Terracina.

Tra questi, spicca l’appello dell’Alleanza Verdi e Sinistra, primo firmatario Nicola Fratoianni, che in un’interrogazione parlamentare ai ministri della Difesa, dell’Ambiente e del Turismo ha chiesto di cessare le suddette esercitazioni. “Vogliamo sapere quali iniziative intende assumere il governo per evitare che le esercitazioni militari si svolgano nella zona di Sabaudia (Latina), in una zona che ricade all'interno del Parco nazionale del Circeo, sottoposto a tutela integrale, impedendo così il verificarsi di possibili danni all'ambiente e al turismo”, si legge nell’interrogazione.

Un’analoga richiesta è stata avanzata anche a livello regionale dal consigliere regionale del Partito Democratico, Salvatore La Penna, che ha avanzato dubbi “sul grado di compatibilità di un poligono di tiro per esercitazioni militari in un’area facente parte dell’unico Parco nazionale, italiano ed europeo, ad estendersi completamente in pianura e in un ambiente marino”.

“Lo stesso obiettivo di tutela della biodiversità – conclude il portavoce del WWF – dovrebbe poi essere perseguito in ogni campo: eliminare le esercitazioni militari è il primo fondamentale passo, ma non basta. Si deve tener conto dell’impatto antropico di ogni evento, per questo siamo fortemente contrari, così come espresso dal presidente dell'Ente Parco Nazionale del Circeo, Marzano, anche al concerto di Bob Sinclair previsto per il prossimo 4 agosto”.

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