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Esce dal carcere e torna in libertà Salvatore Buzzi, al centro dell’inchiesta sul Mondo di Mezzo

Dopo quasi un anno di reclusione nel carcere di Catanzaro, Buzzi torna in libertà grazie alla decisione della Corte di Cassazione, che ha riconosciuto illegittimo l’ordine di esecuzione sul quale era stato fondato il suo arresto.
A cura di Enrico Tata
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Esce dal carcere Salvatore Buzzi, uno dei principali accusati nell'inchiesta ‘Mondo di Mezzo'. Dopo quasi un anno di reclusione nel carcere di Catanzaro, Buzzi torna in libertà grazie alla decisione della Corte di Cassazione, che ha riconosciuto illegittimo, "senza titolo" nelle parole utilizzate nella sentenza, l'ordine di esecuzione sul quale era stato fondato il suo arresto. In pratica i giudici hanno giudicato ingiusta la permanenza in cella dell'imputato.

Dopo la sentenza degli ermellini, la corte d'appello di Roma ha decretato la scarcerazione. Buzzi, comunque, deve scontare ancora quasi cinque anni di carcere e il suo avvocato chiederà per lui nelle prossime settimane una pena alternativa.

A settembre dello scorso anno, lui e Massimo Carminati sono stati condannati definitivamente dalla Cassazione, rispettivamente a dodici anni e dieci mesi e dieci anni di reclusione. La sentenza mette la parola fine all'inchiesta sul ‘Mondo di Mezzo', conosciuta anche come ‘Mafia Capitale'

La Corte Suprema aveva rinviato inizialmente il processo alla Corte d'Appello, dopo l'esclusione dell'aggravante mafiosa e il riconoscimento di due distinte organizzazioni criminali, una dedita alla corruzione, quella di Buzzi, e una dedita alle estorsioni, quella di Carminati.

Nel 2020 la Cassazione motivò la sentenza senza negare "che sul territorio del comune di Roma possano esistere fenomeni criminali mafiosi, come questa Corte ha avuto modo di affermare". Ma allo stesso tempo i giudici spiegarono che nel caso in esame "i risultati probatori hanno portato a negare l'esistenza di una associazione per delinquere di stampo mafioso: non sono stati infatti evidenziati né l'utilizzo del metodo mafioso, né l'esistenza del conseguente assoggettamento omertoso ed è stato escluso che l'associazione possedesse una propria e autonoma ‘fama' criminale mafiosa".

In altre parole: quelle di Buzzi e Carminati erano organizzazioni criminali, ma non di stampo mafioso.

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