Ermal contro Elvis: la faida tra clan italo albanesi per il traffico di droga, all’ombra di Diabolik
Questa mattina i carabinieri hanno arrestato ventisette persone, accusate a vario titolo di far parte di due distinte organizzazioni italo albanesi di stampo mafioso dedite al traffico di stupefacenti, bene armate e pronte a contendersi il mercato della droga. Le indagini hanno preso il via nel dicembre del 2017, a seguito dell'omicidio di Cristian Di Lauro avvenuto a Velletri, e che fanno finire nel mirino degli inquirenti Ermal Arapaj. Proprio nel territorio del comune dei Castelli Romani il boss acquisisce sempre più potere, grazie alla capacità di rifornirsi di grandi quantità di cocaina e hashish. Una parte dello stupefacente veniva gestita direttamente dal suo gruppo, con una fitta rete di consegne "a domicilio" della droga, agendo a Roma, ai Castelli Romani e sul Litorale Pontino.
L'altro organizzazione fa invece capo a Elvis Demce, anche lui cittadino albanese e già noto alle forze dell'ordine. In questo caso le indagini hanno preso il via nel 2000, quando le forze dell'ordine perquisiscono la sua casa al Prenestino. Qui diverse evidenze portano a collocare il boss albanese nella rete di contiguità con l'organizzazione di Fabrizio Piscitelli detto ‘Diabolik', ucciso in un agguato il 7 agosto del 2019. L'inchiesta ha portato alla luce l'aggressività di Demce, determinato a conquistare uno spazio sempre più significativo nel panorama criminale romano, piazzando importanti partite di droga e recuperando i crediti con azioni violente. Una forza d'intimidazione agita nei confronti dei rivali e dei creditori, con l'obiettivo di prendere il controllo di una parte sempre più significativa del mercato della droga. "A tal proposito è opportuno menzionare l’estorsione consumata ai danni di due fratelli residenti nel quartiere di San Basilio, considerata una delle piazze di spaccio più fiorenti della Capitale, per il recupero di un credito ammontante a 100.000 euro, derivante da una partita di stupefacente non corrisposta", si legge nella nota dei carabinieri.
Ed è proprio per la volontà di espandersi di Demce che i due gruppi entrano in conflitto. Elvis vuole infatti riprendere il controllo delle piazze di spaccio organizzate da Ermal Arapaj, un mercato ben organizzato e che fa gola, che il rivale aveva preso in gestione dopo l'arresto del primo senza "corrispondergli alcun ristoro economico". Le intercettazioni mostrano "l’astio nutrito da Demce Elvis nei confronti del connazionale". Comincia così lo scontro che culmina in due gravi episodi il 5 settembre del 2020 i rivali danno fuoco alla villa di Velletri e all'auto di Arapaj e della compagna. Il boss decide così di riparare in Spagna sentendosi in pericolo, e da qui inizia a pianificare l'omicidio di Demce, che non viene portato a termine solo per l'arresto del rivale. "Nelle fasi esecutive del citato provvedimento restrittivo si procedeva ad una perquisizione all’interno dell’abitazione sita in Fermo, dimora di fatto di Ermal Arapaj e della compagna, dove veniva rinvenuta una pistola modello Steyr calibro .40 con matricola abrasa, un caricatore contenente 12 proiettili ed una maschera in silicone riproducente un volto maschile; equipaggiamento che, è ipotizzabile, fosse destinato ad essere utilizzato per consumare l’omicidio del rivale":.