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Enrico Michetti contro Lilli Gruber: “Mai avuto rapporti con destra neofascista, sono democristiano”

“Io sono nato nell’oratorio, sono stato nell’Azione cattolica e ho militato nella democrazia cristiana, mai avuto rapporti con la destra neofascista”. Così il candidato del centrodestra a sindaco di Roma risponde alle dichiarazioni della conduttrice di “Otto e mezzo” Lilli Gruber fatte ieri in trasmissione.
A cura di Redazione Roma
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Enrico Michetti è su tutte le furie. Bersaglio dell'indignazione del candidato di centrodestra a sindaco di Roma, la puntata di Otto e mezzo andata in onda ieri sera su La7, e in particolare con le dichiarazioni della conduttrice la giornalista Lilli Gruber che ha parlato di Michetti e della sua presunta provenienza dal mondo della destra radicale. "Vergognoso. Sono state dette cose infondate e false, si getta discredito sulle persone e poi ci si interroga sul fatto che le persone non vadano a votare, così si crea un clima infernale. Sono addolorato di come viene trattata una persona con argomenti totalmente falsi, così si lede l'onore di una persona. Non ho mai avuto rapporti con la destra neofascista, in assoluto", ha dichiarato Michetti all'Adnkronos.

Per rispondere a Gruber Michetti ha rivendicato il suo passato democristiano: "Io sono nato nell'oratorio, sono stato nell'Azione cattolica e ho militato nella democrazia cristiana. Negli ultima 30 anni sono uscito dalla politica moderata, quando la Dc si è dissolta, e ho iniziato l'attività di assistenza agli amministratori e ai funzionari comunali'‘.

Ed è proprio nelle parole del candidato del centrodestra che si vede una delle stranezze dell'attuale campagna elettorale: un candidato civico, tutto sommato moderato, che è portato però come il campione della destra destra della coalizione. Michetti così non sembra in grado di mobilitare lancia in resta la destra e l'elettorato più identitario, e contemporaneamente di non conquistare i "moderati". E se Michetti non è neofascista, non si trova però a disagio ad avere nelle sue liste candidati con Benito Mussolini tatuato con orgoglio sul braccio, limitandosi a spiegare quando la stampa gliene chiedo conto che lui "non fa il dermatologo".

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