Emiliano e Massimiliano infermieri aggrediti al pronto soccorso: “Botte da pazienti anche minorenni”
"Subiamo aggressioni per attese o problematiche futili. Il paziente che viene in ospedale, magari per un problema cronico da mesi e mesi, attende sei ore in pronto soccorso e aggredisce il personale, perché si aspetta di risolvere in un'ora". È la denuncia degli inferimieri a Fanpage.it. Aumentano le aggressioni nei pronto soccorso, che provocano uno stato di forte stress, malessere e in alcuni casi veri e propri attacchi di panico. Molti infermieri proprio per questo motivo infatti hanno deciso di abbandonare la professione, a causa delle quotidiane violenze fisiche e verbali, che sono costretti a subire sul posto di lavoro.
"Aggredito da un minorenne con 25 giorni di prognosi"
"Sono stato aggredito più volte negli anni in cui lavoro in pronto soccorso – spiega Emiliano – nell'ultima un paziente, che era già stato visitato dal medico, non voleva più attendere i risultati delle analisi alle quali si era sottoposto e ha inziato ad inveire contro il medico donna. Io sono intervenuto per carcere di tranquillizzarlo e mi ha preso a pugni, poi siamo finiti a terra. Sono dovuto rimanere a casa per i traumi subiti senza poter andare al lavoro per diversi giorni. La maggior parte delle aggressioni avvengono da parte di pazienti che fanno accesso con codici minori, quindi che attendono di più". Simile è la storia di Massimiliano, un altro infermiere: "Sono stato aggredito anche io – racconta – a mettermi le mani addosso al pronto soccorso è stato un minorenne. Ho riportato 25 giorni di prognosi – spiega – Da quando è successo ho ancora una frattura dell'anulare e un'infrazione del setto nasale".
"Carenza di personale e sovraffollamento dei pronto soccorso"
A commentare con Fanpage.it le violenze a danno del personale sanitario è stato il segretario Nursind Roma Stefano Barone, che ha spiegato come "la carenza di personale e il sovraffollamento in determinati settori della Sanità, come quello del pronto soccorso, fa scaturire e aumenta il fenomeno delle aggressioni che riguarda fortemente la nostra categoria".
Di Alessia Rabbai e Lorenzo Sassi